“Il Governo dovrebbe studiare il caso del Texas, che dal 10 marzo ha riaperto tutte le attività, la mortalità è scesa costantemente e, ovviamente, l’economia è in grande ripresa. La decisione fu presa dal governatore
repubblicano Greg Abbott il 2 marzo, quando la media giornaliera di morti da Covid era di 231, più alta nostra attuale di 394, visto che il Texas ha meno della metà della popolazione dell’Italia. Il giorno della decisione, il 7% della popolazione aveva ricevuto entrambe le dosi di vaccino, e il 14% almeno una. Oggi in Italia siamo rispettivamente al 7,4 e al 17,8%. Così dal 10 marzo nel ‘Lone Star State’ l’uso della mascherina non è mai obbligatorio ma solo fortemente consigliato quando non è possibile mantenere la distanza di 1,8 metri, ogni attività può lavorare normalmente e può decidere al suo interno misure di prevenzione del contagio. Solo nelle contee dove per una settimana consecutiva i ricoverati per Covid superano il 15% della capienza degli ospedali le autorità locali possono imporre la riduzione fino al 50% della capienza, riduzione dalla quale sono però esenti chiese, istituti di istruzione e asili-nido. Rispetto al 2 marzo la media giornaliera dei decessi dei 7 giorni precedenti si è dimezzata il 25 marzo scendendo a 115 e si è dimezzata ancora l’altro ieri arrivando a 53. Credo ci sia molto da imparare: l’inattività e lo stare chiusi in casa non fa bene al sistema immunitario e distrugge l’economia. Pensiamoci.”