Trovo molto grave la presa di posizione a favore del disegno di legge Boldrini-Zan del ministro Elena Bonetti (questa mattina a Sky Tg24), perché non solo è parte del consiglio dei ministri, ma è il ministro competente sul tema, e sotto la cui responsabilità si pone in particolare uno dei punti fondamentali dell’impianto che, come lo stesso Zan ha a suo tempo riferito, è stato discusso solo con le forze politiche di sinistra e le associazioni LGBT, peraltro quelle di sua scelta. L’articolo 8 dà mandato all’Unar, che si trova nell’ambito delle competenze di Elena Bonetti, quale ministro delle pari opportunità, di elaborare una ‘strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere’. Il sito del governo già riporta una tale strategia, elaborata in precedenza, che delinea una sorta di commissariamento politico LGBT di tutti i settori, soprattutto la scuola, dove prevede l’accreditamento delle associazioni LGBT quali enti di formazione, la cancellazione di ‘padre’ e ‘madre’ dalla modulistica e tutto l’armamentario dell’estremismo gender, che in diversi paesi ha portato in carcere persone per le loro opinioni, per la loro fede o per aver difeso i propri figli. La presa di posizione del ministro Bonetti rischia dunque di coinvolgere il Governo nel suo insieme. Ci si mette anche l’on. Zan che attribuisce allo stesso presidente Draghi una posizione favorevole al suo disegno di legge. Di certo io non ho inteso dare fiducia a un governo che vuole abolire la libertà religiosa e la libertà di educazione per obbedire all’agenda degli estremisti che si autoattribuiscono la rappresentanza delle persone LGBT.
