“Dopo il referendum in Veneto e Lombardia per l’autonomia, vogliamo proporlo per tutte le Regioni italiane: spostare la competenza di 11 materie dal centro alla sede giusta, quella regionale”. Parole e musica di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che ha così pronunciato il suo convinto sì al referendum autonomista proposto dai Governatori leghisti delle due Regioni, Luca Zaia e Roberto Maroni. Una presa di posizione netta, quella di Berlusconi, che sembra andare in controtendenza rispetto a quella di Giorgia Meloni che, ancora ieri, esprimeva dubbi e perplessità sull’iniziativa referendaria. E da più parti ci si chiede quanto sia opportuno assumere posizioni così nette nel momento in cui c’è la crisi catalana che sta mettendo in grande difficoltà l’Europa. Intelligonews ne ha parlato con il senatore forzista Lucio Malan.
Era proprio opportuna questa dichiarazione di Berlusconi nel momento in cui l’autonomismo sta producendo danni in Europa, vedi il caso catalano?
“Berlusconi ha espresso una posizione di assoluta coerenza. Noi stiamo agendo non soltanto nel pieno rispetto della Costituzione, ma chiedendo l’introduzione di strumenti che la Costituzione stessa prevede. Le Regioni hanno, infatti, piena facoltà di chiedere maggiore autonomia per migliorare la propria efficienza amministrativa e finanziaria. La Lombardia e il Veneto l’hanno già fatto, promuovendo il referendum e coinvolgendo direttamente i cittadini, ma riteniamo che – se uno è deciso e fiducioso nel voler dare alla propria Regione un governo efficiente e, comunque, vicino alle necessità del territorio – la richiesta di maggiore autonomia è una strada quasi obbligata”.
Però, nel centrodestra, non tutti la pensano così. Fratelli d’Italia si è detta contraria all’autonomia, rivendicando la sua indole sovranista e, ora, questa dichiarazione dirompente di Berlusconi non rischia di rendere più difficile il percorso di riunificazione?
“Da parte di Fratelli d’Italia c’è la volontà di andare incontro e rappresentare i sentimenti di quegli elettori che preferiscono una Stato centralizzato, ma questo certamente non può rappresentare un ostacolo insormontabile per l’unità del centrodestra. Se, su questo punto, c’è una divergenza con Giorgia Meloni, su tante altre questioni siamo pienamente d’accordo”.
E a chi dice che Berlusconi stia ora cavalcando l’onda autonomista per occupare la scena a Salvini e farsi portavoce della vecchia anima padana del Carroccio rimasta orfana di Bossi?
“Rispondo che certe accuse non stanno in piedi. A chi accusa il centrodestra di essere al traino di Salvini ricordo che, alle ultime elezioni amministrative, contando i voti degli elettori, Forza Italia ha preso più voti della Lega. Ci sono settori in cui la Lega è tradizionalmente più attiva di noi, ma ciò non ci impedisce di essere comunque presenti in certi ambiti. Forza Italia si interessa a pieno titolo di autonomia, l’ha sempre fatto con una posizione chiara. Se si vanno a vedere certi provvedimenti che, nel corso degli anni, hanno limitato l’autonomia dei Comuni, sarebbe interessante vedere chi ci ha messo la firma oltre alla Sinistra. Di sicuro, Forza Italia non ha mai penalizzato l’autonomia degli enti locali”.
Ma è proprio sicuro che la posizione espressa da Berlusconi sia condivisa da tutti gli azzurri?
“Non mi risultano, su questo tema, posizioni diverse da quelle espresse da Silvio Berlusconi e dai nostri capigruppo in Parlamento”.
È condivisa anche dagli ex AN, Gasparri per esempio?
“Gasparri lo vedo tutti i giorni in Senato. Non ho sentito da lui posizioni divergenti”.
Perché, dunque, i lombardi e i veneti domenica dovrebbero andare a votare?
“Lombardia e Veneto hanno sicuramente dei parametri di migliore organizzazione e gestione della spesa rispetto alle altre Regioni. Andare a votare consentirà di estendere questi benefici anche ad altri settori, rendendo migliore la gestione complessiva della macchina amministrativa e delle finanze. Sarà un bene per queste Regioni ma anche per tutto il Paese”.