“Renzi ha più volte preso l’impegno solenne non solo di dimettersi da Presidente del Consiglio, ma di abbandonare la politica in caso di sconfitta al referendum.
Sul mio sito pubblico un piccolo elenco di sue dichiarazioni in tal senso, peraltro nelle sedi più solenni – come il Senato e la Camera – oltre che in quello che è diventato il suo habitat naturale, cioè la televisione. ‘Considererò fallita la mia esperienza in politica’, ‘Cambierò mestiere’, ‘Andrò a casa’ e così via. A lui, poi, si sono accodati il Ministro Maria Elena Boschi, l’On. Carboni e forse anche altri.
Oggi, invece, vediamo che – oltre a essere ancora a Palazzo Chigi – impone che cosa il Parlamento debba o non debba fare: il bilancio da approvare in 24 ore, le elezioni fra due mesi e così via. Un atteggiamento distruttivo, da vero ‘rosicone’ dopo la sconfitta. Ma non c’è da temere che, come dice lui, sia diventato ‘un politico come gli altri’: è, di certo, molto peggio di chiunque altro, poiché nessuno mai in passato era così costantemente venuto meno alla parola data”.