Si va a fare i pignoli su 50-100-150mila euro mentre, in violazione del proprio Codice degli appalti, si regalano 20 miliardi a una società amica

Intervento in Aula in dichiarazione di voto sull’emendamento 25.101 del disegno di legge sul Codice antimafia

Signor Presidente,

l’emendamento si propone di abbassare da 150.000 euro ad addirittura 100.000 o 50.000 la soglia oltre la quale deve essere presentata una documentazione per la concessione di opere pubbliche. In questi giorni, il maggior quotidiano economico segnala che, per una “cosuccia” da 20 miliardi di euro, il Governo vuole procedere non soltanto senza coinvolgere il Parlamento, ma addirittura apertamente contro l’articolo 178 del Codice degli appalti – recentemente riformato, rinnovato e oggetto di decreti legislativi scritti proprio dal Governo.

Si va a fare i pignoli, gli zelanti, sui 50.000 euro e sui 150.000 euro ma, quando si tratta di un’opera che dichiaratamente costa 4 miliardi di euro e che verrebbe compensata con 24 miliardi (mi riferisco alla gronda di Genova), va tutto bene. C’è una legge che dice che non si può fare e che non si possono fare proroghe, invece viene fatta una proroga che rende circa 10 miliardi in cambio di un’opera di 4 miliardi. A questo si aggiunge un aumento dei pedaggi di altri 14 miliardi di euro, e si arriva a 24 miliardi per un’opera da 4 miliardi. Il tutto fatto alla luce del sole. Ma, su questo, silenzio assoluto. Anzi, leggiamo sui suddetti giornali che il Governo manda i suoi collaboratori a Bruxelles per “perorare la causa”, per andare contro una legge dello Stato – e, foss’anche stata approvata nell’Ottocento, sarebbe comunque una legge dello Stato – che è stata scritta di suo pugno attraverso un decreto legislativo.

Occupiamoci, quindi, dei 50.000 euro con grande rigore e poi, quando si parla di 20 miliardi – regalati a una società privata che ha degli utili spaventosi, credo pari solo alle attività mafiose, e che poi, magari, dà una mano in certe campagne elettorali – allora va bene. Complimenti.

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