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Mozione PDL 2010 contro le tesi catastrofistiche del riscaldamento globale

 

Risoluzione 2008 sugli atti comunitari 11-16 pacchetto clima-energia

Nella Risoluzione vengono sottolineati tre obiettivi principali: la necessità di tener conto dei costi che ogni Paese dovrà sopportare e dei risultati raggiunti a livello di efficienza energetica; la riduzione delle micro-polveri e degli inquinanti chimici emessi in atmosfera dai processi di combustioni delle fonti energetiche fossili; l’assunzione, nel pacchetto clima-energia, di impegni da calibrare con gli altri grandi Paesi “inquinatori”.

 

Report 2008 al Senato degli Stati Uniti: “More Than 700 International Scientists Dissent Over Man-Made Global Warming Claims” / “Più di 700 scienziati di tutto il mondo dissentono dalla tesi del riscaldamento globale come effetto antropico” (documento in .pdf – 255 pagine)

 

Carbon Monitoring for Action – CarMA

Gli impianti energetici con maggiori emissioni di CO2 nel mondo – dati per Paesi in aggiornamento continuo

 

Documento del Dipartimento lombardo Energia – Forza Italia – sui costi del sistema elettrico italiano

 

Riscaldamento globale: una colossale (e redditizia) mistificazione

  • “In un momento in cui l’Europa intera è in difficoltà sotto il tiro della speculazione internazionale, e la riduzione dei deficit e degli sprechi è vitale, i burocrati di Bruxelles e i bigotti del riscaldamento globale causato dall’uomo ci vogliono far spendere centinaia di miliardi in nome di una teoria pseudo-scientifica che fa acqua da tutte le parti”.
  • “A Copenhagen, nel 2009, il dogmatismo ideologico del catastrofismo climatico è fallito. Non era pensabile che un mondo in crisi economica sacrificasse miliardi sull’altare di tesi scientifiche sulle quali non c’è il consenso”. – “Occorre un approfondimento scientifico senza dogmi e attenzione ai problemi veri, come l’inquinamento da polveri sottili – che uccidono per davvero – e la difesa della natura e delle foreste”.
  • “Le politiche europee su questo tema sono velleitarie e irragionevoli e, con il grimaldello dell’ambiente, entrano in decisioni di politica energetica che sono di competenza degli Stati membri. Fornendo così, peraltro, un ulteriore enorme vantaggio di competitività a temibili concorrenti economici come Cina e India”.
  • “Bisogna combattere l’eccessiva burocratizzazione delle strutture comunitarie”. – “Troppe volte, in passato, un miope conformismo alle richieste di altri Paesi membri ci ha creato, in questo e in altri settori, gravi danni”.
  • “Con la risoluzione sul pacchetto energia, per la prima volta si mettono in discussione in sede ufficiale i dogmi sul cosiddetto riscaldamento globale, sottolineando peraltro l’inutilità dei costosi interventi europei a fronte di un vigoroso aumento di emissione da parte dei Paesi emergenti a cominciare dalla Cina e la sproporzione del peso imposto all’Italia rispetto agli altri membri dell’Unione”.
  • “Il Governo Prodi, nel 2007, ha sottoscritto il pacchetto UE del 20-20-20 in modo velleitario, senza formulare un piano serio per conseguire i risultati previsti dal quale sarebbe subito emerso il costo enorme per l’Italia. Senza le modifiche che chiediamo, il piano UE sarebbe disastroso per l’Europa e per l’Italia in particolare. E senza benefici per l’ambiente, perché molte imprese si trasferirebbero in Paesi che si guardano bene dal limitare le emissioni di anidride carbonica”.
  • “Che beneficio c’è per l’ambiente se molte imprese, schiacciate dagli obblighi del pacchetto energia della UE, lasceranno l’Europa per andare in Cina o in India, a emettere tanta anidride carbonica e gas tossici quanto vogliono? A cosa serve che l’Italia spenda 181,5 miliardi per ridurre le sue emissioni in 12 anni del 20% quando la Cina, nel solo 2007, le ha aumentate di una quantità superiore alle intere emissioni del nostro Paese?”
  • “Gli Italiani dovrebbero pagare 181,5 miliardi di euro in dieci anni (cioè 9mila euro per ogni famiglia di tre persone) e, contemporaneamente, l’Italia dovrebbe perdere pesantemente competitività – sia nei confronti di Cina e India che se ne infischiano delle emissioni di CO2, sia nei confronti di altri Paesi europei meno penalizzati dal piano UE”.
  • “Il presidente Berlusconi sta mostrando ancora una volta saggezza da statista appoggiando un approccio più flessibile alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in ambito UE. Questo eviterà che i Paesi emergenti traggano troppo vantaggio dal fatto di essere esentati dalla riduzione”.