Noi difendiamo tutte le libertà che la nostra Costituzione garantisce e incarna

Signor Presidente, colleghi senatori, rappresentanti del Governo, colleghi dell’opposizione, evidentemente non ci avete visti arrivare, perché non avete capito che noi la votiamo la vostra mozione, perché condividiamo i valori in essa proposti. Voi però avete difficoltà a fare condivisione.

Evidentemente i colleghi dell’opposizione non hanno capito che noi votiamo la mozione n. 39 che loro hanno presentato, dicendo che la vogliono fare inclusiva, che in essa tutti si devono esprimere, però guarda caso noi abbiamo saputo della sua presentazione quando i Capigruppo ne hanno chiesto la calendarizzazione. A nessuno di noi (parlo di tutto il Centrodestra) è stato richiesto di fare una mozione comune.

Poco fa il senatore Boccia ha detto che si aspettavano che noi votassimo il testo che loro hanno presentato, addirittura – ha detto – senza discussione, poi ha fatto una correzione, però il cuore comanda sulla bocca. Noi lo voteremo e senza chiedervi modifiche, perché condividiamo quelle parole. Per questo, peraltro, non è necessario ripeterle, altrimenti potevamo copiarla e presentarne un’altra e un’altra ancora. Potevamo benissimo farlo.

Noi vorremmo – ed è il nostro auspicio per adesso e per il futuro – che il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno e le altre date che abbiamo inserito nella nostra mozione, di cui parlerò, fossero veramente un momento di condivisione. Silvio Berlusconi, leader del Centrodestra nel 2009, in quel discorso che ha citato la collega Ternullo ne ha dato un chiaro esempio. Ne hanno dato l’esempio tutti coloro – e credo praticamente tutti i presenti – che partecipano e hanno sempre partecipato alle manifestazioni del 25 aprile e alle altre manifestazioni. Non hanno dato un buon esempio coloro che alle manifestazioni del 25 aprile hanno fischiato e spintonato gli eroi della brigata ebraica e su questo io non ho mai sentito forti dissociazioni. Oggi poteva essere l’occasione per dire: 25 aprile inclusivo anche per la brigata ebraica. Sono due volte eroi, perché nell’esercito britannico hanno partecipato a quella guerra che ha portato al 25 aprile.

Visto che voi dite che noi dovevamo aggiungere quella parola, devo dire che il più esplicito è stato il senatore Boccia: noi non dovevamo presentare nulla, questo nell’ambito di un pluralismo democratico.

Loro scrivono, non ci consultano e dobbiamo votare senza discussione. Poi si è detto che possiamo anche parlare e dire quanto è bella la mozione e infatti la votiamo.

Oggi sarebbe stata l’occasione per dire qui alcune cose. Ricordo in particolare alla collega Paita, che Letizia Moratti, che avete candidato come sindaco a Milano nella vostra formazione qualche settimana fa, partecipando alla celebrazione per il 25 aprile è stata spintonata in nome dell’antifascismo, lei che è figlia di un partigiano e, peraltro, rappresentante delle istituzioni.

Queste cose c’entrano perché sono avvenute il 25 aprile e non per caso, perché il 25 aprile è la festa della liberazione, perché altrimenti non l’avrebbero spintonata. Se vuole parlare lei. Allora effettivamente c’è un problema: non siamo graditi, se noi diciamo…

Pazienza, siamo stati graditi, però, ai cittadini italiani che ci hanno dato la maggioranza in Parlamento grazie alla nostra Costituzione.

Veniamo proprio alla Costituzione. Stando al criterio che voi avete enunciato e cioè che nella nostra mozione non c’è la parola antifascismo – e questo è il pretesto, anzi, secondo voi l’ottima ragione per non votarla – faccio notare due cose.

Una l’ha già detta il senatore Zanettin: la parola c’è. Nella mozione c’è scritto che noi ci richiamiamo alla risoluzione del Parlamento europeo, che condividiamo, in cui si condannano tutti i regimi totalitari, a prescindere dalle ideologie, come il nazismo, il fascismo e il comunismo. Allora essere contro il fascismo non è essere così? Tra l’altro, potrebbe essere istruttivo leggere quella risoluzione anche per chi magari ha avuto colleghi di partito che hanno avuto l’urgenza di andare altrove in quel momento (Applausi), perché cita alcuni fatti che si potevano anche aggiungere. Per esempio, cita il 23 agosto 1939 come data da ricordare perché ha compromesso la libertà di interi popoli europei a causa dell’accordo della Russia di Stalin con la Germania di Hitler, cosa che – nell’ambito di una memoria che si vorrebbe condivisa – è stata a lungo nascosta dalla storiografia, in particolare nei libri di testo.

Allora, stando al vostro criterio, chi era nell’Assemblea costituente non avrebbe dovuto votare la Costituzione, perché nella Costituzione la parola antifascista non c’è.

Come dicevo, nella Costituzione la parola antifascista non c’è, per cui non avreste dovuto votarla, ma per il bene del Paese anche i partiti di sinistra la votarono, perché nella Costituzione ci sono i valori dell’antifascismo in positivo, nella libertà, nell’eguaglianza, nella libertà religiosa, nella libertà economica e in tutte le libertà che sono garantite dalla Parte prima della Costituzione alla quale noi ci richiamiamo e scusate se all’inizio della nostra mozione abbiamo citato il presidente Mattarella, che non mi pare sia un militante di destra.

Noi siamo veramente stupiti – e mi pare che siate stupiti anche voi, ma in un altro modo – di come non intendiate votare la nostra mozione, attaccandovi al fatto che non c’è la parola antifascismo, anche se c’è l’espressione “contro il fascismo”, che mi sembra la stessa cosa.

Vi appellate al fatto che avremmo dovuto concordarla: cioè, prima voi la presentate senza dirci nulla e poi noi dovremmo concordarla? Purtroppo è una mentalità, è quello che diceva il senatore Speranzon, citando Ernesto Galli della Loggia, cioè che un certo antifascismo ha fatto allontanare da questa forma di manifestazione antifascista coloro che, se solo si discostano appena da ciò che vuole qualcuno, che ha la verità in tasca, nell’esprimere il proprio sostegno alla nostra Costituzione, vengono tacciati di fascismo o comunque vengono esclusi dal dialogo e non dovrebbero parlare, aspirazione che spesso riscontro dalla parte a noi avversa.

Ebbene, in questo contesto abbiamo pensato di aggiungere alle date – che abbiamo compreso con le stesse parole che avete usato voi – delle altre date. Il 25 aprile è una data fondamentale per la nostra democrazia, perché se non fosse stato sconfitto il regime fascista, non sarebbero arrivati la Costituzione, la Repubblica, la democrazia e le libera elezioni. Se però il 18 aprile 1948 gli elettori italiani non avessero collocato l’Italia nel campo delle democrazie, che si riconoscono nei valori della democrazia, della libertà e dei diritti individuali, la libertà non ci sarebbe stata e ci sarebbe stato un altro tipo di dittatura. Questo per chi dice che il comunismo non ci interessa, perché non ha toccato l’Italia. Qualcuno dice che il comunismo non ci interessa, perché non ha toccato l’Italia. I 10.000 morti – non meno – delle foibe e degli altri massacri delle minoranze giuliano-dalmate erano fatti dai partigiani comunisti di Tito. Allora non è vero che il comunismo non l’ha toccata. In secondo luogo, il comunismo non ha toccato l’Italia grazie al voto degli elettori il 18 aprile 1948. In terzo luogo, a coloro che hanno l’Europa sempre sulle labbra ricordo che l’Europa non finisce ai nostri amatissimi confini, ma si estende a tanti Paesi europei che hanno subito gravissime dittature comuniste. Aggiungo una cosa, per fare una precisazione: la Costituzione fu approvata anche con l’apporto del Partito comunista. I partigiani comunisti ebbero un ruolo importantissimo nella Resistenza… (Commenti), ma c’erano anche altre formazioni, che si è sempre un po’ ignorato, così come si sono ignorati a lungo gli internati militari in Germania, così come si sono ignorati a lungo coloro che hanno combattuto nell’esercito italiano regolare, fedele al suo giuramento al re. Pertanto c’è stata una certa scelta nel commemorare, mentre bisognerebbe essere inclusivi. Ebbene, dobbiamo fare di queste date un patrimonio comune.

Come dicevo, la Costituzione ha avuto un grosso contributo da parte del Partito comunista, guidato da quel Palmiro Togliatti, grande politico, che ha avuto la maturità per andare oltre, anche se poi quello che ha fatto nel 1956, su Imre Nagy votando per la sua condanna a morte, ci distoglierebbe dal parlarne troppo bene. Ha fatto però una grande cosa. Dunque siamo a favore di tutto, della vostra mozione, della celebrazione della fine del totalitarismo, qualunque esso sia, in quel caso il totalitarismo fascista, ma riteniamo che si debba essere ben coscienti del fatto che non vogliamo vivere in un eterno 1944. Noi siamo per il 1945, la fine della guerra, per il 1946, il 1947 e il 1948, in cui si scrisse la Costituzione e anche coloro che non parteciparono alla scrittura della Costituzione poterono partecipare alle elezioni del 1948, a tre anni dalle gravissime….alla fine della seconda guerra mondiale.

Spero ci sia un’unità maggiore e credo che dimostrerete qui, non votando la nostra mozione e vorrei proprio che spiegaste agli italiani cosa c’è che non va nella nostra mozione, perché dobbiamo guardare al futuro, difendendo gelosamente e strenuamente tutte le libertà che la nostra Costituzione garantisce e incarna.

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