“Il 22 aprile Pasquale Tridico e gli altri membri del Cda dell’INPS, in piena emergenza Covid, con centinaia di migliaia di lavoratori ancora senza cassaintegrazione per colpa dello stesso INPS, deliberano di aumentare del 142% lo stipendio del Presidente e rimpolpano anche quelli del resto del Cda. Senza un decreto ministeriale si tratterebbe però solo di un pio desiderio, che rimane tale per 107 lunghissimi giorni. Ma il 7 agosto, anche con il parere favorevole ‘del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri’, si suppone il grillino Riccardo Fraccaro, il sospirato decreto arriva con la firma dei ministri Catalfo e Gualtieri. Evidentemente il presidente Tridico dimostra di meritare l’aumento perché proprio il giorno dopo dall’INPS viene fuori la notizia sui ‘furbetti del bonus’ che ha occupato giornali e telegiornali per settimane. Un grande regalo al M5S e a chi nel Governo è sempre a caccia di modi per gettare fango sul Parlamento, specie in campagna referendaria. Una straordinaria coincidenza, insomma. I tre deputati ‘furbetti’, sono infatti divenuti il bersaglio di improperi, insulti e minacce anonimi e no, per aver incassato in modi e momenti inopportuni, ma senza violare la legge, scritta, tra gli altri, da Fraccaro, Catalfo e Gualtieri, la bellezza di 1800 euro, il giorno dopo che gli stessi tre statisti hanno elargito 225mila euro (tanto è finora costato l’aumento retroattivo al solo presidente, poi ci sono gli altri membri del CdA) al massimo responsabile dell’istituto che li aveva schedati per gettarli in pasto all’opinione pubblica. Io non mi associo a chi dice che Tridico dovrebbe restituire i soldi. Dovrebbero dimettersi tutti i ministri che hanno coperto di improperi i tre deputati per una somma centinaia di volte inferiore a quella elargita ai vertici INPS dal governo di cui fanno parte. Tridico andrebbe rimosso per incapacità, per aver schedato politicamente chi richiedeva il bonus (anche i consiglieri comunali che in pratica fanno volontariato).”