AUTOSTRADA ASTI-CUNEO MALAN: IL MIO ESPOSTO NON RITARDA NULLA, TUTELO I PIEMONTESI

Nel piano approvato dal CIPE, da 400 a 800 milioni di troppo a carico degli utenti

 

Il senatore Lucio Malan dichiara quanto segue:

“A trent’anni da quando la SATAP ricevette l’incarico di realizzare la Asti-Cuneo, a venti da quando l’Anas ricevette a sua volta l’incarico di costruirla, a 15 anni da quando il gruppo Gavio vinse la gara per essere il socio privato di maggioranza nella costruzione e gestione dell’opera, qualcuno crede davvero che l’incompiuta non vada avanti perché venti giorni fa ho esposto alla Corte dei Conti quanto avevo già riportato nelle mie interrogazioni di mesi prima?

Intanto, fino a quando la Corte dei Conti non rilevi gravi irregolarità nella decisione del CIPE, non c’è alcun rallentamento di sorta. Se le scavatrici non sono già al lavoro nei campi dove la strada si è arenata da troppi anni, bisogna rivolgersi altrove. Se invece la Corte dei Conti dovesse intervenire, vorrebbe dire che i miei rilievi sono corretti. E cioè che i cittadini piemontesi si troveranno a pagare tra i 400 e gli 800 milioni in più di quanto, applicando le norme, si dovrebbe. Tanto per fare un esempio, il percorso Torino-Milano-Torino in auto oggi costa 38,75€. Senza la decisione del CIPE si scenderebbe gradualmente fino a 32,30 circa nel 2026, quando si potrebbe scendere ulteriormente con una gara vera, aperta a diversi operatori. Con la decisione del CIPE si sale invece per arrivare alla stessa data a 43,20€, e si renderebbe impossibile una vera gara in seguito perché l’eventuale concorrente partirebbe con un handicap di 1,2 miliardi, da versare non appena dovesse vincere. Nessuno si presenterebbe e l’attuale concessionario potrebbe imporre qualunque condizione. Ottimo per lui, non così per chi deve pagare. Stessa storia per i pedaggi dell’Asti-Cuneo.

Un autorevole quotidiano tende curiosamente a presentare una mia azione rispetto alle decisioni del governo di Roma, da me iniziata nel 2014 all’epoca del governo Renzi e continuata oggi con il governo Conte, come una diatriba interna a Forza Italia. Io invece condivido in pieno la posizione del presidente Cirio e della giunta che chiedono, al ministro De Micheli come già al ministro Toninelli, di trovare una soluzione per quest’opera così utile al territorio. Infatti è purtroppo il governo nazionale a dover provvedere. Potesse farlo il governo regionale, sono certo che le cose andrebbero molto meglio. Di fronte all’annuncio dell’agosto scorso del ministro Toninelli che assicurava una ripresa immediata dei lavori, la Regione non poteva che esprimere soddisfazione. Il problema è che all’annuncio non seguì nulla, e questo dipende dal governo nazionale ovviamente. Io, avendo fatto i conti, l’avevo previsto e purtroppo avevo ragione. Ora, il piano approvato dal CIPE il 14 maggio è una copia del piano Toninelli.

È dal 1990 che “per fare in fretta” si fanno costosissimi pasticci. E l’autostrada ancora non c’è. Chi non l’ha realizzata, il gruppo Gavio, si è aggiudicato in cambio quindici anni di Torino-Piacenza, con i suoi 200 milioni di incasso all’anno di cui 128 di margine operativo. Il gruppo sa difendere molto efficacemente i propri interessi, di cui deve rendere conto agli azionisti. Al governo, al ministro De Micheli, che deve rendere conto agli elettori, ho da mesi chiesto di tutelare gli interessi dei cittadini e come pensa possa passare un piano che prevede un valore di subentro triplo rispetto al massimo consentito dalla Commissione Europea per tutelare la concorrenza. Non ho ricevuto risposta. Di qui l’esposto. Se le scavatrici sono pronte possono partire. Ma scavino nella terra, non nelle tasche dei piemontesi.”

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