Bilancio del Senato: la riduzione concreta già operata sui compensi dei parlamentari continuerà anche nei prossimi anni

Bisogna, però, contrastare le menzogne diffuse quotidianamente sui giornali e colpire i reali privilegi di persone il cui trattamento economico sta molto al di sopra dei parlamentari

Intervento in Aula per dichiarazione di voto sul rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2010 e il progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2011

Signor Presidente,

data l’ora, non parlerò a lungo, però voglio sottolineare alcune cose.

Il bilancio che ci accingiamo ad approvare è bilancio importante, perché comporta una riduzione della spesa del Senato, anche in termini nominali. Non è un fatto episodico, perché in tutti i bilanci approvati in questa legislatura non abbiamo mai aumentato la spesa in termini nominali. Questo vuol dire che, già prima di questo bilancio, avevamo ridotto le spese in termini reali tra il 4 e il 5 per cento. In passato non era accaduto neppure una volta. Oggi accade per il terzo anno consecutivo e, con l’ordine del giorno approvato, prendiamo il medesimo impegno per i prossimi anni. Quindi, vorrei evitare che su questo punto ci fosse l’atteggiamento che tutti sono pronti a condannare quando si dice – parlando di Comuni, di Province o di qualunque altro ufficio – che non ci si può più basare sulla spesa storica e che bisogna invece basarsi su dati reali. Non si può imputare al Senato di aver ridotto meno di quanto magari si sia ridotto altrove, quando noi – già dall’inizio di questa legislatura, indipendentemente dal fatto di aver diagnosticato o meno la crisi economica – abbiamo attuato una politica che ha consentito di bloccare e dunque di ridurre del 4-5 per cento in termini reali la nostra spesa.

Si sono mescolati più argomenti. Ci sono state, non solo nel nostro Paese, difficoltà a diagnosticare la crisi economica attuale, che però questo Governo ha affrontato fin dai primissimi mesi di questa legislatura nel modo in cui bisognava farlo – cioè riducendo il deficit e, di conseguenza, ponendo un freno alla crescita del debito pubblico, mentre altri (che poi dicono di aver fatto le diagnosi giuste) ci dicevano di aumentare la spesa, secondo una politica che ha portato alcuni Paesi – pensiamo agli Stati Uniti – sull’orlo di un default che in Italia significa il fallimento; un fallimento causato, appunto, da una politica che qui ci veniva suggerita da coloro che oggi ci dicono che loro l’avevano detto prima.

Ma torniamo, come credo sia più normale, al bilancio del Senato. Ricordiamo che i passi fatti sono importanti, come è importante che siano stati fatti insieme e che ci siano un ordine del giorno e un bilancio approvati di comune accordo. Del resto, è la continuazione di una politica che va avanti da tempo.

Ricordiamo – vale la pena di dirlo ancora – che le indennità dei parlamentari sono state ridotte del 10 per cento nel 2006 e che sono bloccate dal 2008 fino al 2013, con una riduzione di parecchi punti percentuali (15 o 16) in termini reali solo negli ultimi cinque anni.

Ricordiamo che le indennità al contributo di supporto sono bloccate, in termini nominali, dal 2001 e che sono state ulteriormente ridotte di 1.000 euro al mese in termini netti all’inizio di quest’anno.

Ricordiamo, per quanto sia possibile, all’esterno, che il Parlamento ha agito in particolare sui compensi ai parlamentari.

Spiace qui non avere nessuno presente della Stampa, alla quale pure riserviamo un’ottima tribuna: potremmo fare magari un comunicato sull’assenteismo dei signori giornalisti. La loro assenza potrebbe persino non essere così sgradita se si accompagnasse a un’informazione che, indubbiamente, si può avere anche al di fuori di quest’Aula; in altre parole, io credo che da oggi dobbiamo impegnarci tutti quanti a contrastare le menzogne che continuano ad essere diffuse tutti i giorni sui giornali, di tutte le parti politiche – ivi inclusi quelli cosiddetti indipendenti – perché è una cosa inaccettabile. Si citano sempre gli altri Paesi: ebbene, in altri Paesi chi attacca e dice menzogne sulle Istituzioni va incontro a gravi conseguenze, quanto meno in termini di condanna pubblica e di opinione pubblica, se non conseguenze reali dal punto di vista giudiziario. Credo che questo sia opportuno ribadirlo.

Oggi noi votiamo un documento importante. I 56 centesimi al mese, che costa a ogni Cittadino il Senato, devono essere amministrati come se fossero 56.000 euro. Sono cifre comunque importanti e dobbiamo amministrarle nel modo migliore, e quello che approviamo oggi è un esempio di amministrare bene, un esempio che non si deve fermare qui. Io credo che la stessa energia, la stessa produttività, lo stesso impegno che abbiamo messo nel ridurre fino a oggi e nel prossimo futuro le spese del Senato, dobbiamo anche metterli per colpire determinati eccessi, determinati reali privilegi di persone il cui status sta molto al di sopra – dal punto di vista del trattamento economico – dei parlamentari, di istituzioni la cui produttività è anche da discutere.

Credo che dovremmo mantenere lo stesso impegno su questi altri capitoli non solo per dare il buon esempio, ma anche per far sentire gli effetti ai Cittadini italiani; e cioè che lo Stato, la Pubblica Amministrazione nel suo insieme, le Istituzioni pesino di meno sulla vita quotidiana dei Cittadini e sulle loro tasse.

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