Signor Presidente, anch’io desidero parlare di italiani detenuti all’estero. Parlo infatti di Juan Carlos Maruffo Capozzi, cittadino italiano e anche venezuelano, arrestato dalle squadracce di Maduro il 9 marzo 2019 e liberato per qualche ora, dopo la sentenza di un tribunale, che aveva dichiarato l’illegittimità del suo arresto. Si tratta di una sentenza di luglio 2019, eseguita però soltanto ad ottobre, che è stata poi seguita, dopo poche ore, dall’immediato riarresto di questo nostro connazionale, in entrambi i casi insieme a sua moglie, cittadina spagnola, Maria Auxiliadora Delgado.
Il 7 agosto 2019 ho presentato un’interrogazione al Ministro degli esteri, ovviamente quello in carica all’epoca, cui non ho mai ricevuto risposta. Il 30 aprile ne ho presentata un’altra, anche a seguito del fatto che i familiari del nostro concittadino Maruffo Capozzi non riuscivano ad avere contatti con lui, all’epoca, da quarantacinque giorni. Ora sono passati altri quindici giorni.
Da sessanta giorni il poveretto è detenuto in un carcere in condizioni inaccettabili. In Venezuela, in generale, non è stata presa alcuna misura per evitare la diffusione del coronavirus o per dare informazioni, tantomeno nelle carceri.
Accanto al grande interesse sollevato in questi giorni e ai – probabilmente – milioni spesi per la liberazione di Silvia Romano, vorrei ricordare che ci sono anche altri cittadini italiani e molti proprio in Venezuela, sotto la bestiale dittatura di Nicolas Maduro, il cui Governo continua tutt’ora ad essere riconosciuto dall’Italia.
Dunque io chiedo al Governo di rispondere all’interrogazione. Gli chiederei soprattutto di agire per gli italiani detenuti laggiù, ma intanto di rispondere, visto che evidentemente di azioni non ce n’è stata traccia.