Malan (PdL): “Il PD vuole l’esproprio proletario”
Cambiare la legge 361 del 30 marzo 1957, sostituendo il principio di ineleggibilità con quello di incompatibilità. È quanto prevede il disegno di legge del PD depositato al Senato di cui sono primi firmatari Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria, e Luigi Zanda, capogruppo a Palazzo Madama, e che permetterebbe di sciogliere una volta per tutte il nodo del conflitto di interessi che riguarda Silvio Berlusconi. […] Detto in altre parole, se si vuole restare senatori o deputati, si dovranno vendere le aziende di cui si è azionisti. Il ddl riprende lo spirito delle parole pronunciate ieri da Anna Finocchiaro, secondo la quale con le norme del ’57 non si può dichiarare l’ineleggibilità di Berlusconi. […]
“Chiamiamolo pure con il suo nome: esproprio proletario”. È il commento di Lucio Malan, senatore PdL e componente della Giunta delle elezioni del Senato. Malan aggiunge: “Sarebbe più facile e semplice se, a questo punto, scrivessero in una legge che non si può candidare chi si chiama Berlusconi – senza neanche mettere il nome di Silvio perché, con quel testo, non si potrebbe candidare in politica nessun Berlusconi, nemmeno i figli”.
Inoltre, aggiunge il senatore del PdL, “siccome in Italia non sono molti ad avere i miliardi necessari per comprare le aziende di Berlusconi, vorrebbe dire costringerlo a svendere le sue aziende per 4 soldi. A meno che non si voglia fare in modo che a comprarle sia De Benedetti che, dopo aver vinto la causa contro di lui, è l’unico che forse ha i soldi”.