IL TEMPO. ALTRO GUAIO IN AUTOSTRADA PER I BENETTON

Corte dei conti: L’Anas proroga indebitamente la concessione della A4 e adesso la magistratura presenta il conto, danno erariale per 600 milioni.

Anas ha fatto un altro regalo alla famiglia Benetton, concedendo la proroga della concessione autostradale a una loro impresa, a patto di realizzare una tratta che nei fatti non è stata ancora realizzata. E ora l’ex consiglio di amministrazione dell’Azienda nazionale autonoma per le strade si ritrova a dover rispondere di un danno erariale da capogiro, pari a poco meno di 600 milioni di euro.

La Procura della Corte dei conti del Lazio, infatti, ha chiuso le indagini sull’illegittima proroga della concessione delle autostrade A4 (da Brescia a Padova) e A31 Valdastico (da Rovigo a Piavene Rocchette), partite dall’esposto di settembre 2015 del senatore di Forza Italia Lucio Malan. La Guardia di Finanza ha notificato un invito a dedurre (il corrispettivo di un avviso di garanzia nel penale) all’ex presidente del cda di Anas spa, Pietro Ciucci, e ai quattro consiglieri di amministrazione dell’epoca: Enrico Della Gatta, Eugenio PInto, Uberto Siola e l’avvoccato Sergio Scicchitano (quest’ultimo è stato nominato in quell’incarico dall’ex ministro ai Lavori Pubblici Antonio Di Pietro e poi è diventato difensore personale dell’ex pm di Mani Pulite; nello studio legale di Scicchitano si è fatto le ossa anche il pupillo dell’Idv Vincenzo Maruccio, ex assessore regionale del Lazio ai Lavori Pubblici). Il vecchio management di Anas adesso rischia di ritrovarsi a processo davanti alla Corte dei conti ed essere condannato – ciascuno per la sua parte – a risarcire il danno erariale quantificato dal vice procuratore Massimo Perin in 594.037.308 euro.

I vertici dell’Ente nazionale per le strade sono accusati di aver sottoscritto la Convenzione Unica del 2007, con la quale è stata accordata all’impresa concessionaria (Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova spa) la proroga fino al 31 dicembre 2026 della scadenza naturale della concessione, originariamente fissata al 30 giugno 2013. La proroga della concessione era subordinata alla realizzazione del tratto autostradale dell’A31 Valdastico Nord. Peccato che «ad oggi  – si legge nell’atto della Procura contabile – non è concluso alcun procedimento approvativo dei progetti riguardanti il primo lotto dell’opera ricadente nel territorio della Regione Veneto, né tanto meno il secondo lotto ricadente nel territorio della Provincia autonoma di Trento». A rendere illegittima la proroga della concessione c’è il fatto che l’Anas nel 2007 «non aveva promosso alcuna preventiva attività di coordinamento inter-istituzionale con la Provincia autonoma di Trento per addivenire – spiega l’invito a dedurre – alla pur necessario intesa sulle ipotesi di tracciato, nel pieno rispetto delle prerogative della Provincia autonoma la quale, pur avendo manifestato interesse alla realizzazione del cosiddetto “Corridoio Est” tra il Veneto e il Trentino Alto Adige, ha sostenuto in ogni sede il proprio dissenso. Proprio la mancanza di una qualsivoglia autorizzazione da parte della Provincia autonoma di Trento, fa venir meno il requisito della cosiddetta “cantierabilità” dell’opera».

Le indagini accurate dei finanzieri del gruppo Tutela spesa pubblica hanno dimostrato che la «proroga non doveva essere in nessun modo concessa», a fronte di «investimenti promessi e irrealizzabili», e che la Convenzione del 2007 «di fatto consegna un bene pubblico di rilevantissima importanza economica a un privato concessionario che, avendone la piena disponibilità, può utilizzarlo economicamente come vuole». Tutto ciò, violando «i principi comunitari posti a tutela dell’evidenza pubblica e della concorrenza».

La società «A4 Holding spa»(già Autostrada Brescia-Padova spa)«da una parte, nulla ha dato e/o realizzato in cambio della proroga ottenuta; dall’altra parte – si legge nell’atto della Corte dei conti – ha ceduto nel maggio 2016 il pacchetto azionario pari a 51,4 per cento alla spagnola “Albertis Infraestructuras Sa”», partecipata al 50% più un’azione dal gruppo Atlantia spa: la holding operativa facente capo alla famiglia Benetton. Insomma, concludono i pm contabili, la proroga fino a dicembre 2026 è stata rilasciata dai vertici dell’Anas «ad esclusivo vantaggio degli azionisti».

 

Articolo de “Il Tempo” del 10 settembre 2019

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