L’Italia può e deve essere protagonista nel sostegno e la tutela della libertà religiosa, dentro e fuori i propri confini

Intervento in Aula nella discussione delle mozioni presentate dai diversi Gruppi sulle persecuzioni dei Cristiani nel mondo

Signor Presidente, Signor Rappresentante del Governo, Colleghi Senatori,

i recenti terribili eventi che hanno colpito i Cristiani copti in Egitto, per i quali siamo tutti addolorati, non sono stati vani se hanno rafforzato, in Italia e nel mondo, la consapevolezza dell’importanza della libertà religiosa e della tutela delle minoranze ovunque si trovino.

È motivo di soddisfazione che il Governo italiano sia in questi giorni tra quelli che più hanno agito – e forse quello che più ha agito – per sollevare la questione nelle sedi internazionali, a cominciare dagli organi dell’Unione Europea. Contemporaneamente, per la prima volta l’opinione pubblica o almeno parte rilevante di essa – dopo che per anni il pensiero unico del politicamente corretto anti-occidentale aveva incluso il Cristianesimo in quell’insieme di elementi negativi cui attribuire ogni sopraffazioni e nequizie – si rende conto che i Cristiani sono di gran lunga il gruppo religioso più perseguitato nel mondo. Purtroppo, proprio l’Unione Europea, che doverosamente include la libertà religiosa nel solenne articolo 10 della Carta dei Diritti, sembra inerte di fronte questa realtà. Per questo è estremamente positivo che, dopo il voto delle mozioni oggi presentate, il Governo italiano possa presentarsi in tale sede con un mandato, spero, unanime. È infatti inaccettabile che somme cospicue, provenienti dal lavoro dei contribuenti europei – e fra questi ci interessano soprattutto quelli italiani – vengano erogati dall’Unione Europea a Paesi che calpestano i diritti fondamentali e spesso svolgono un ruolo attivo nell’incitamento all’odio per motivi religiosi e etnici. Questo deve cessare anche se avviene attraverso gli astrusi meccanismi europei, dove talora la partecipazione democratica è così indiretta e mediata da portare a chiedersi se esiste ancora.

Ora, perciò, bisogna passare alle azioni concrete, che affidiamo con un mandato pieno al Governo e al Ministro Frattini, sempre sensibile e attivo sulla materia. Ma qualcosa potrà anche essere fatto in sede di legislazione. Per questo, nei prossimi giorni presenterò un disegno di legge volto ad inserire la questione della tutela della libertà religiosa nel mondo in alcuni specifici aspetti dei rapporti internazionali.

Ho più volte dichiarato che l’Italia, sia per la sua Storia – che comprende anche le infami leggi razziali di settant’anni fa, o persecuzioni e discriminazioni religiose di cui i miei antenati furono vittime fino alla generazione dei miei bisnonni – sia per aver saputo superare questi momenti bui, sia per la presenza nella penisola di un’importantissima autorità religiosa quale è il Romano Pontefice, può e deve essere un protagonista nel sostegno alla libertà religiosa nel mondo. Per questo la Repubblica Italiana dovrebbe fare tutto quanto la Costituzione stabilisce per la tutela delle minoranze, a cominciare dall’approvazione delle sei Intese con confessioni religiose minoritarie, attualmente bloccate e non per volontà del mio gruppo parlamentare.

Pertanto, voterò convintamente a favore di tutte le mozioni nonostante qualche aspetto terminologico che non condivido, salvo non partecipare al voto su quella della Lega Nord Padania di cui condivido il contenuto, ma che contiene affermazioni troppo identitarie per essere fatte proprie dal Senato di una Repubblica che non è più – e in realtà non è mai stato – un monolito dal punto di vista confessionale. Ritengo sia un bene sociale che i cittadini abbiano forti convinzioni in materia di fede anche quando non siano le mie, ma esse non possono divenire istituzionali: altrimenti viene meno il principio di separazione tra Stato e Chiese.

La libertà religiosa è fondamentale: di solito è la prima ad essere conculcata dai regimi totalitari, ma il suo apparire o riapparire molte volte ha rappresentato l’alba della libertà per tutti i cittadini, incluso quelli cha appartengono alla maggioranza. Per questo l’Italia deve fare tutto quanto è possibile per tutelarla, dentro e fuori i propri confini, dentro e fuori l’Europa e nel mondo”.

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