“Cosa diranno gli interlocutori italiani al presidente iraniano Rouhani per fargli presente che l’Italia non approva ciò che il suo regime fa ogni giorno? In particolare, cosa dirà il Premier Renzi sul proposito ribadito anche da Rouhani di distruggere Israele entro vent’anni? Si ricorda che, parlando alla Knesset di Gerusalemme, ha detto che la sicurezza di Israele è la sicurezza dell’Italia? Che faranno i grandi sostenitori delle richieste LGBT davanti al presidente del regime che i gay li ammazza, insieme a adultere e apostati – cosa che mi pare più grave che la contrarietà ai matrimoni omosessuali? La vita non è più un “diritto civile”, parola abusatissima per ben altro in questi tempi? Solo tre giorni fa, il Washington Post scriveva chiaro che, sotto Rouhani, il regime si è ulteriormente inasprito, e che gli affari che farà grazie all’improvvida abolizione delle sanzioni avrà l’effetto di rendere ancora più dura la repressione contro gli oppositori e dare più risorse per finanziare l’esportazione della rivoluzione khomeinista in Iraq, Libano e Siria.
Se chi incontrerà Rouhani non dirà nulla, vorrà dire è d’accordo con tutto questo”.