La riduzione dei compensi nella P.A. pesa di più su chi ha una sola retribuzione rispetto a chi ha incarichi doppi, tripli e multipli

Di più: la riduzione non si applica alla Banca d’Italia, alle altre autorità indipendenti e a commissioni di nomina ministeriale. Perché?

Interrogazione al Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione
Premesso che:

l’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, stabilisce che, “a decorrere dal 1º gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, previsti dai rispettivi ordinamenti, delle amministrazioni pubbliche, inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), ai sensi del comma 3, dell’art. 1, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, superiori a 90.000 euro lordi annui sono ridotti del 5 per cento per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro”;

secondo la relazione allegata al decreto, la misura colpisce 26.472 unità di personale;

è ben noto il fenomeno degli incarichi doppi, tripli e multipli,

si chiede di sapere:

se sia vero che la citata norma opera sul singolo trattamento economico e che di conseguenza, un dipendente pubblico che percepisce più di un reddito, per un totale complessivamente a carico delle pubbliche finanze ben oltre le soglie indicate, subisca riduzioni assai inferiori a chi supera appena i 90.000 euro con una sola retribuzione;

se sia vero che la riduzione non opera su prestazioni professionali, contratti d’opera di natura non continuativa, emolumenti determinati ai sensi dell’articolo 2389, terzo comma, del codice civile;

se sia vero che tale riduzione non si applica alla Banca d’Italia, alle altre autorità indipendenti e a commissioni di nomina ministeriale;

ove la risposta ai precedenti quesiti fosse affermativa, in base a quali elementi il Governo ritenga equa la formulazione della norma, ovvero quali iniziative intenda intraprendere per porre rimedio a tale situazione.

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