“Le cosiddette primarie del M5S somigliano molto alle elezioni che si tenevano in Bulgaria 50 anni fa, ai tempi del comunismo – con la differenza che si fanno al computer e, dunque, sono ancora più facili da truccare.
Luigi Di Maio è il primo a essere umiliato: evidentemente, ai suoi Capi non bastava schierare uno che va in televisione tutti i giorni senza contraddittorio contro sette sconosciuti. Non si sono fidati del suo consenso e hanno dato tempi brevissimi per la ‘non-campagna non-elettorale’, in modo che i sette figuranti non avessero minimamente il tempo per fare conoscere le loro proposte. Come se non bastasse, il sito per il voto è andato in tilt, impedendo a molti di votare e, per di più, è stato vittima degli hacker.
Nell’Iran degli ayatollah che tanto ispira Beppe Grillo, sono più bravi a dare qualche apparenza democratica a elezioni truffa”.