Presidente, lei dice che l’ultima parola spetterà al Parlamento, ma l’ultima parola rischia di non essere più utile

Signor Presidente, colleghi senatori, signor Presidente del Consiglio, vediamo che ha trovato il tempo di dire anche al Senato quello che questa mattina ha anticipato su Facebook. Correttezza istituzionale o anche semplicemente buona educazione vorrebbero che si facesse semmai il contrario. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).

Non soltanto lei ha chiesto alla sua maggioranza di impedire al Parlamento qualsiasi possibilità di votare, qualsiasi possibilità di darle un mandato vero e chiaro per dopodomani, quando andrà al vertice europeo, ma ha anche mostrato il suo disprezzo per chi, a differenza di lei, è stato eletto dai cittadini. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC). Ha anticipato così, a un mezzo di informazione privato, quanto gentilmente viene a ripetere qui.

Questo non è un problema di mancanza di riguardo verso le nostre persone, maggioranza inclusa, ma è una mancanza di riguardo verso la Costituzione e verso l’istituzione Senato, che le consente di governare. La fiducia, infatti, l’ha ricevuta qui, non su Facebook, per cui dovrebbe dire le cose qui e poi, semmai, le rilancia come le pare. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).

Questo suo modo di agire è particolarmente grave oggi, in questa situazione, perché indebolisce la sua posizione, presidente Conte, quando si troverà con gli altri partner europei in una delicata trattativa, estremamente importante per l’Italia. Ogni Paese cercherà di cedere il meno possibile agli altri e dovremo farlo anche noi; se lei ci andasse con un mandato chiaro avrebbe più forza. Così invece ne ha di meno e con danno per tutti. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).

Certo, sarebbe stato problematico mettere d’accordo i partiti della sua maggioranza su un testo scritto e chiaro, perché è difficile mettere insieme le esigenze di partiti che si sono insultati per anni, a volte anche con qualche ragione; particolarmente uno, che pochissimi anni fa sosteneva che la soluzione a ogni male fosse uscire dall’Unione europea e dall’euro, il MoVimento 5 Stelle. Poi ha cambiato idea, ma non è certamente facile avere un testo scritto.

E invece viene qui a fare dichiarazioni per quaranta minuti quando, poi, ciascun Gruppo ha dieci minuti per replicare parlando di argomenti vastissimi. Sarebbe bello poter intervenire su tutto ciò che ha detto, Presidente, però lei ha quaranta minuti mentre noi solo 10, per cui ci concentriamo su quello su cui avrebbe dovuto concentrarsi anche lei: il vertice di dopodomani. In quella sede, altri Paesi, tra i quali, per esempio, la Germania, faranno pesare anche vincoli costituzionali, sentenze della loro Corte suprema. Lei, invece, magari chiederà anche loro la fiducia. Qui non ha chiesto nulla; non ha chiesto voti, anzi li ha impediti. Forse chiederà la fiducia anche agli altri Paesi: dateci fiducia non sappiamo bene perché. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC). Ciò nonostante, noi di Forza Italia vogliamo darle alcuni suggerimenti perché per noi al primo posto ci sono sempre gli interessi degli italiani.

Non amiamo il MES che il Governo Monti ha subito nel 2012, rigorista e punitivo, quello che fa incombere la troika straniera; siamo stati invece favorevoli al MES originale, approvato nel 2010-2011, solidale, volto allo sviluppo e alla sicurezza, che, a fronte della costituzione del fondo salva Stati, prevedeva la mutualizzazione del debito con veri eurobond, titoli di debito europei.

Quel MES porta la firma del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e dell’allora ministro delle politiche comunitarie Anna Maria Bernini. Di quel MES siamo orgogliosi; siamo fieri di averlo determinato. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).

Con le modifiche del 2012, gli eurobond e la solidarietà autentica sono spariti. Siamo anche contrari alle ulteriori modifiche che si erano prospettate nei mesi scorsi e le chiediamo, invece, di dire sì alla soluzione prospettata del recovery fund, un fondo per la ripartenza dell’economia garantito dal bilancio dell’Unione europea – non ovviamente un fondo qualsiasi – che in quanto tale dovrebbe avere tassi più favorevoli anche rispetto agli eurobond, che sappiamo che altri Paesi comunque rifiuterebbero.

Le chiediamo di esigere che l’uso del MES per le spese di carattere sanitario sia senza condizioni sia al momento dell’accesso sia al momento del rientro. Questo deve essere garantito per iscritto, altrimenti l’Italia deve dire di no. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC). Lei dovrà pretendere queste garanzie scritte, purtroppo, andando senza un mandato scritto perché lei stesso non l’ha voluto.

Lei preferisce le conferenze stampa senza contraddittorio, che interrompono i programmi televisivi, preferisce l’accavallarsi di suoi decreti che persino i Ministeri non riescono a interpretare, preferisce le dirette Facebook (applausi dal Gruppo FIBP-UDC); preferisce le task force con 400 persone nominate con criteri spesso discutibili, nonché personaggi discutibili come quello che rilancia filmati che incitano alla violenza contro il capo di Stato di un importante Paese straniero. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC). E poi ci venite a parlare del taglio alle poltrone, con 400 persone nelle task force, con le centinaia di nomine che state facendo.

Presidente, lei dice che l’ultima parola spetterà al Parlamento, ma l’ultima parola rischia di non essere più utile. Non si può aspettare il giorno delle nozze per informare su chi è l’altro sposo, su quali sono le condizioni, su chi paga le spese o dove la coppia andrà ad abitare. Lei l’ultima parola al Parlamento la vuole lasciare in questi termini. All’ultimo momento si può anche dire di no, ma bisogna costruire insieme prima.

Lei giovedì andrà a discutere di materie importantissime senza un mandato del Parlamento e, siccome è un qualcosa che ha grandi riflessi e conseguenze sul futuro degli italiani, le chiediamo coinvolgimento.

Le chiediamo di tenere conto di tutte le posizioni, in particolare di quelle che hanno a cuore gli interessi degli italiani, perché Forza Italia, di fronte agli interessi degli italiani, non si tira mai indietro. Ci siamo sempre. (Applausi dal Gruppo FIBP-UDC).

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