Qualcuno invoca la libertà d’espressione a proposito della partecipazione di ‘Junior Cally’ al Festival di Sanremo. C’è una differenza tra il diritto ad esprimere le proprie
opinioni e il diritto a farlo in prima serata a Rai Uno nella trasmissione più seguita dall’anno. Se non bastano le parole del brano ‘Strega’ (“Porca troia, quanto cazzo chiacchera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”) si dovrebbero guardare le immagini del video corrispondente, in cui il presunto artista umilia gesticolando davanti alla ragazza da ammazzare legata su una sedia, incappucciata con un sacchetto, con le mani legate e la maglietta strappata, colpevole ‘perché fa la troia’. Lui indossa una maschera antigas, purtroppo fasulla perché gli consente di parlare, foderata con la pelle della borsetta di lei. E pressoché tutte le ‘canzoni’ di costui inneggiano a alcol, droga, furto come mezzo di riscatto sociale e all’uso di donne per umiliare loro e i loro fidanzati, con vette poetiche come ‘Fanculo lo stato, fanculo l’Italia, fanculo ogni membro della polizia’. Far esibire costui a Sanremo sarebbe una vergogna, e le spese le pagano i cittadini con la bolletta della luce!
