Al primo posto, i dipendenti pubblici
Continuano presso le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato le audizioni per il disegno di legge governativo contro la corruzione, alla presenza dei presidenti Carlo Vizzini e Filippo Berselli e del relatore Lucio Malan.
Particolarmente interessante il dato fornito dal vice direttore generale della Polizia di Stato, Prefetto Cirillo:
Colpevoli di corruzione o concussione, per categorie (gennaio 2007-maggio 2010)
– Dipendenti Enti Locali e Regioni: 53,93%
– Privati: 10,98%
– Servizio sanitario: medici, funzionari ASL ecc.: 9,58%
– Polizia Locale: 7,97%
– Forze di Polizia: 5,60%
– Altri dipendenti pubblici: 4,09%
– Dipendenti Agenzia delle Entrate: 3,55%
– Amministratori locali e politici: 3,44%
– Dipendenti Procura della Repubblica: 0,86%
È evidente che la politica di aumentare il potere dei pubblici funzionari, particolarmente con le leggi Bassanini, non dà alcun vantaggio nella lotta alla corruzione. Politici e amministratori commettono infatti solo un trentesimo dei reati. Del resto, nei recenti scandali (dove ancora non sappiamo se gli indagati sono colpevoli o innocenti) i politici coinvolti sono una minoranza.
Certamente occorre una grande attenzione generale ed è normale che l’attenzione pubblica verso gli eletti dal popolo sia maggiore. Ma pensare che togliere loro potere sia la soluzione è certamente un errore. Servono invece più trasparenza, più controlli effettivi e meno burocrazia. E più attenzione e meno scandalismo da parte dei mezzi di informazione.