A fronte di migliaia di arrivi al giorno, da un Continente con un miliardo di abitanti, la soluzione è che ne espelliamo mille all’anno?

Nel frattempo, il Governo si rifiuta di individuare gli stranieri irregolari, di occuparsi delle ong conniventi con gli scafisti, di non portare tutti i migranti in Italia e, soprattutto, di dare alle famiglie italiane un quarto di quello che costa un profugo, richiedente asilo o immigrato

Intervento in Aula nella discussione sul decreto-legge in materia di “protezione internazionale e di contrasto dell’immigrazione illegale”

Signor Presidente,

il provvedimento in esame contiene alcuni aspetti positivi nel migliorare la procedura per le espulsioni. C’è qualche miglioramento su questo aspetto, che forse potrà portare – anche se credo sia una stima molto ottimistica – ad avere un migliaio di espulsioni in più all’anno, mentre noi assistiamo giorno per giorno a un arrivo di persone, che vengono soccorse e recuperate in mare, molto maggiore che nei primi mesi del 2016 – anno in cui si è di gran lunga battuto il record del 2015, quando era già aumentato il numero degli arrivi rispetto al 2014.

Si tratta di una situazione per la quale non si vede la fine, per la quale non si vede la possibilità di una soluzione pensabile e per la quale, soprattutto, non viene proposta dal Governo alcuna soluzione. A fronte di questo blandissimo provvedimento, che forse consentirà di espellere un migliaio di persone, abbiamo una serie di situazioni che non vengono assolutamente affrontate.

Il Governo italiano dice che anche gli altri Paesi europei devono prendersi i migranti. Si parla del grande problema dell’Ungheria, che dovrebbe accogliere 700 persone o giù di lì, secondo calcoli decisi da qualcuno che non è il Popolo ungherese e non è il Popolo italiano; queste 700 persone dovrebbero toccare, non si capisce bene come mai, all’Ungheria. Allora, appioppando 700 o 400 persone anche all’Ungheria, si risolverebbe forse il problema? Ricordo che l’anno scorso, secondo i dati ufficiali, 181.000 persone sono entrate in questo modo. Ciò non vuol dire che ci sono stati 181.000 immigrati – perché gli immigrati sono stati molti, ma molti di più; sono solo quelli arrivati attraverso la rotta dei barconi. Queste sono le soluzioni che vengono prospettate.

Proprio ieri, nel celebrare i sessant’anni dai Trattati di Roma, il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato un dato molto semplice: oggi l’Africa ha circa un miliardo di abitanti e, al ritmo di crescita che c’è attualmente, questo numero dovrebbe raddoppiare nei prossimi venticinque anni. Allora, siccome già oggi ci sono molti di questi Paesi che soffrono di gravi ed enormi carenze, con molte persone, specialmente bambini, che ogni giorno lottano contro la fame e muoiono per fame o per debolezza organica, la soluzione qual è? Quella di importarli in Europa? E, in particolare, quella di importarli in Italia che, grazie alle politiche del Governo, nei primi tre mesi del 2017 ha avuto oltre l’80 per cento di tutti gli immigrati, profughi o presunti tali di tutta l’Europa? L’85 per cento circa dei nuovi arrivi quest’anno in Europa si è verificato in Italia. Allora, cosa facciamo? Il miliardo di africani in più (soprannumerari) che ci sarà nei prossimi venticinque anni lo facciamo venire in Europa, di cui 800 milioni in Italia (l’80 per cento) e 200 milioni negli altri Paesi? Questa è la soluzione? E la soluzione sta nel fatto che magari ne espelliamo 1.000 o che magari riusciamo ad appiopparne 700 al Popolo ungherese? Francamente, non mi sembra questa la soluzione. Solo la Nigeria – uno dei Paesi da cui proviene un gran numero, una percentuale molto significativa dei migranti che giungono in Italia – ogni anno aumenta la sua popolazione di 2.800.000 persone. Ogni anno. Li accogliamo in Italia? O anche solo (si fa per dire) l’80 per cento dei nigeriani lo accogliamo in Italia? Per non parlare di tutto il resto dell’Africa.

Ma, poi, leggiamo delle cose davvero sorprendenti, di cui nessuno approfondisce il portato. Nell’ambito degli arrivi recentissimi (parecchie migliaia di nuovi immigrati sono arrivati in un giorno solo), molti vengono dal Bangladesh. Al di là dell’India, al di là del Pakistan, al di là dell’Iran, queste persone – che sarebbero molto più vicine al Giappone o addirittura ai tratti estremi del continente americano, – dal Bangladesh arrivano in Italia. Allora, bisognerebbe intervenire in quei Paesi. Con il denaro con cui manteniamo 100 persone che arrivano nel nostro Paese e che poi vengono accolte in tutti i modi che sappiamo, con lo stesso denaro con cui si aiutano e si mantengono 100 persone nel nostro Paese si potrebbero salvare molte migliaia di vite in Africa – anche le persone che non hanno i 2.000, 3.000 o 4.000 euro da dare gli scafisti (i quali, con questo denaro, finanziano il terrorismo o finanziano altri traffici immondi). Quelli sì che bisognerebbe aiutarli: costerebbe molto di meno e si potrebbero costruire delle realtà a lungo periodo in Africa. E invece no: investiamo tutto nel recuperare queste persone a pochissimi chilometri dalla Libia.

Ieri ho presentato in Commissione alcuni ordini del giorno, sottoscritti da tutti i componenti del Gruppo Forza Italia, con cui si chiede al Governo di impegnarsi – al di là del testo del provvedimento. Cosa si chiedeva con questi ordini del giorno, che sono stati tutti respinti? Ne cito uno non nostro, ma sottoscritto dal senatore Calderoli e altri colleghi della Lega Nord, con cui si chiedeva di adottare le opportune iniziative per individuare gli stranieri in soggiorno irregolare in Italia. Il parere del Governo è stato contrario e la Maggioranza ha votato in conformità, respingendolo. Pazienza per chi soggiorna irregolarmente in Italia. Non si parlava di legalità. Si sono dette tante cose sulla legalità, ma la legalità vale solo per qualcuno?

Un ordine del giorno, sottoscritto da me e altri senatori del Gruppo Forza Italia, intendeva impegnare il Governo a occuparsi di quelle organizzazioni che, secondo la denuncia dell’organismo internazionale Frontex, collaborano e sono conniventi con gli scafisti e sono complici del traffico di merce umana che causa migliaia di morti. L’ordine del giorno è stato respinto dal Governo e dalla Maggioranza.

Abbiamo chiesto che ci si attenga all’area di intervento prevista dall’operazione Triton, che dovrebbe essere vincolante per l’Italia. Anche questo ordine del giorno è stato respinto.

Un altro ordine del giorno chiedeva al Governo di adoperarsi affinché non tutti i migranti che vengono recuperati nel Mediterraneo vengano portati in Italia. Questa cosa sembrerebbe elementare: quando una nave è danese, olandese o tedesca, è territorio del rispettivo Paese e, quindi, è giusto che i migranti vengano portati in Danimarca, Olanda e Germania. Al contrario, i migranti vengono portati tutti in Italia, a causa in parte di determinati accordi e in parte della passività del Governo italiano. Il parere sull’ordine del giorno è stato contrario, quasi a significare che li vogliamo tutti in Italia. Di fronte a queste prospettive, c’è veramente da chiedersi quale sia l’intendimento del Governo.

Chiudo ricordando un altro ordine del giorno, che è stato respinto, con cui si chiedeva che il Governo programmasse e studiasse (quindi non che lo facesse nell’immediato) delle misure affinché ogni famiglia italiana con minore abbia aiuti pari a un quarto di quello che costa un profugo richiedente asilo o immigrato (chiamiamolo come vogliamo). L’ordine del giorno è stato respinto: un Italiano non vale neanche un quarto di uno straniero. Per questo motivo, ci troviamo nella situazione per cui in Italia la differenza di popolazione tra Italiani e stranieri scende ogni giorno di 1.600 persone. È come se, ogni quattro giorni, un Comune italiano di media grandezza diventasse straniero.

Se questa è la prospettiva che si vuole offrire, indubbiamente il provvedimento in esame va in una direzione sbagliata, in quanto contro gli Italiani e la nostra civiltà; che, grazie a come è e al benessere che si è guadagnata, può aiutare degli stranieri, ma non tutti – perché, altrimenti, finiamo come i Paesi dai quali quelle stesse persone provengono.

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