Auspichiamo unità di intenti fondata su dialogo, collaborazione e fatti concreti

Signor Ministro, è più di un anno che parliamo di Covid in quest’Aula, lei stesso venne qui il 30 gennaio dell’anno scorso e in quest’anno abbiamo sicuramente apprezzato la sua disponibilità ad essere costantemente presente a riferire e ad interloquire con noi. Abbiamo presentato molte proposte negli scorsi mesi e raramente, per la verità, le abbiamo viste accolte. Tra le tante proposte c’era quella, ad esempio, di dare la precedenza nelle vaccinazioni ai disabili e ai caregiver che si occupano di loro. (Applausi). Lei stesso aveva annunciato che avrebbe inserito queste categorie fra le priorità, insieme alle persone al di sopra di una certa fascia d’età, ma poi nel messaggio mandato alle Regioni questa indicazione non c’era. Siamo contenti di vedere ora questo punto specifico inserito nella risoluzione di maggioranza, sulla quale lei ovviamente ha dato parere favorevole.

Abbiamo inoltre auspicato – l’ha ribadito oggi il presidente Berlusconi – che venissero fatti tutti i passi necessari per produrre in Italia i vaccini. (Applausi). C’è una notevole difficoltà nell’avere l’approvvigionamento necessario, anche se le aziende farmaceutiche italiane hanno un livello straordinario e sono apprezzate in tutto il mondo. In molti Paesi si accettano i farmaci dall’Italia e non da altri Paesi, che pure sotto altri aspetti sono altrettanto affidabili dell’Italia. La nostra industria farmaceutica è veramente di altissimo livello. Anche questo punto lo abbiamo inserito nella risoluzione di maggioranza.

Abbiamo presentato molte altre proposte e abbiamo anche consegnato, durante le consultazioni per la formazione del Governo, il nostro piano per i vaccini (Applausi) – ho qui l’ultima edizione, che le consegnerò al termine dell’intervento – dove ci sono delle indicazioni che ritengo preziose. Non è soltanto un insieme di buone intenzioni, ma ci sono delle proposte pratiche, come quella di usare tutte le strutture disponibili, senza distinzione fra pubbliche o private, a prescindere che abbiano un bel design o meno.

Abbiamo fatto un’altra proposta, che ci sembrava ovvio venisse accolta, ma che vediamo tuttora non attuata e speriamo che lo sia al più presto: visto che evidentemente abbiamo un problema nel vaccinare tutti, che non è un’impresa da poco, trattandosi di decine di milioni di persone, abbiamo fatto una proposta ovvia, ovvero di non vaccinare coloro che sono già stati malati e che evidentemente sono immuni. (Applausi). Purtroppo succede anche in questi giorni, si tratta di 2,5 milioni di persone. Risparmiamo il tempo e il lavoro necessario, oltre al denaro, per vaccinare 2,5 milioni di persone.

Abbiamo chiesto di utilizzare tutto ciò che è necessario e abbiamo apprezzato, nelle dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio Draghi la scorsa settimana, il fatto che abbia detto, tra le primissime cose, che i cambiamenti nelle misure per il contenimento della pandemia devono essere decisi e comunicati con sufficiente anticipo. Contiamo su questo e saremo molto determinati nel chiedere che si tenga fede a questo provvedimento.

Poche ore o forse pochi giorni prima c’era stato il provvedimento sugli impianti sciistici, la cui mancata riapertura era stata annunciata a poche ore dalla riapertura, con gravissimi disagi, spese e programmi andati a monte. (Applausi). Ebbene, noi saremo estremamente determinati nel chiedere il rispetto di questo impegno, e non solo di questo.

Abbiamo apprezzato che l’ultimo provvedimento dell’altro ieri sia stato preso per decreto-legge; auspichiamo che ci sia sempre l’uso di strumenti previsti dalla Costituzione, sempre. (Applausi). Lo abbiamo detto negli scorsi mesi e non abbiamo cambiato idea.

Visto che si tratta di una malattia – la pandemia è una malattia che affligge l’intero Paese e l’intera popolazione – ricordiamoci di fare quello che fanno i medici: un medico quando cura il fegato cerca, naturalmente, di guarire il fegato ma stando attento a non danneggiare il cuore, i reni, i polmoni. Ciascuna malattia deve essere vista nell’ambito dell’intero organismo; in questo caso, nell’ambito dell’intero organismo della Nazione.

Dobbiamo essere molto attenti nelle limitazioni fatte per contenere la pandemia onde evitare di uccidere i settori produttivi del Paese. (Applausi).

Ci sono settori che hanno sofferto particolarmente: il turismo, la ristorazione, il tempo libero, la cultura. Ci sono settori che veramente rischiano e quando un’azienda chiude è molto difficile riaprirla, specie nell’incertezza che ancora oggi c’è e che non sarà, purtroppo, limitata alle prossime settimane o ai prossimi mesi, anche se abbiamo grandi speranze che questo Paese possa ripartire nella sua piena potenzialità.

Il presidente del Consiglio Draghi la settimana scorsa ha auspicato – lei stesso lo ha detto nei mesi scorsi – l’unità di intenti, che in questo periodo non è solo un’opzione, ma è un obbligo. Verissimo. Tuttavia, l’unità di intenti non deve essere interpretata nel dire: questo è quanto voglio fare e chi avesse idee diverse è per la divisione. No, l’unità si raggiunge collaborando. Di proposte ne abbiamo presentate tante, continueremo a presentarle facendo presenti le esigenze di un Paese che vuole superare la pandemia e ripartire al pieno del suo straordinario potenziale.

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