Da associazioni italiane, raccolte fondi e finanziamenti agli attacchi armati in Iraq, soddisfazione per i morti di Nassiriya e istigazioni contro gli Ebrei e lo Stato di Israele

Interrogazione al Ministro dell’Interno
Premesso che:

in data 17 settembre 2003 l’interrogante ha partecipato telefonicamente a una trasmissione dell’emittente radiofonica britannica BBC, denominata “The Today Programme”, in onda alle ore 9,30 sul canale Radio Four; durante tale trasmissione è stata fatta ascoltare un’intervista a tal Moreno Pasquinelli, che risulta essere il portavoce del cosiddetto “Campo Antimperialista” di Assisi dell’estate scorsa, presentato come esponente dei gruppi “anti-guerra” operanti in Europa, il quale affermava in inglese all’incirca questo: “Stiamo chiedendo alla gente di dare dieci euro per sostenere la resistenza irachena. Per ora il denaro ce l’abbiamo noi. Quando ce ne sarà una grossa quantità, a gennaio lo invieremo in Iraq. Non è affar nostro sapere cosa ne faranno. Potranno stampare giornali o comprare armi: per noi va bene. Noi sosteniamo la lotta armata in Iraq. I nostri soldi servono per aiutare la resistenza irachena. Non importa se li usano per comprare armi, bombe e kalashnikov o per comprare medicinali”;

diversi siti in Internet (ad esempio http://www.ambienteweb.org e http://www.antiimperialista.com), sostengono un “appello per la manifestazione nazionale denominata “Con il popolo iracheno che resiste”, dove, tra l’altro, si afferma: “Noi riteniamo la resistenza irachena legittima, non solo sul piano morale, ma anche su quello politico. È l’occupazione militare angloamericana, come quella israeliana della Palestina, illegale e illegittima… La battaglia che si svolge in Iraq ha un’importanza storica. Se gli occupanti angloamericani saranno cacciati, se il popolo iracheno riuscirà a liberarsi di loro, le pretese imperiali e imperialiste nordamericane, l’idea di trasformare il mondo intero nel loro orto di casa, subiranno un colpo fatale. La sconfitta degli occupanti angloamericani sarebbe dunque una vittoria per tutti coloro che nel mondo lottano per la democrazia, l’autodeterminazione e la libertà dei popoli che non vogliono essere sottoposti al giogo imperiale (…) il Governo Berlusconi non solo si è schierato a fianco degli USA, ha addirittura inviato proprie truppe in Iraq a dar manforte agli occupanti”;

il sito http://www.iraqlibero.net desta però particolare interesse in quanto, oltre all’appello suddetto, e a un lungo elenco di adesioni tra le quali figurano quelle di consiglieri regionali, provinciali e comunali, docenti universitari e sindacalisti, contiene un invito del comitato promotore dell’appello stesso a “chiunque abbia a cuore la causa della liberazione dell’Iraq a sostenere la campagna a favore della Resistenza irachena”. Segue, per chi voglia esprimere in maniere “concrete, tangibili” il proprio sostegno, l’invito a versare offerte a Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698, “nella causale specificare: Iraq” oppure a fare un bonifico bancario a Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698. CIN: Q – Cod. ABI:07601 – CAB: 03000. La stessa campagna, denominata “10 euro per la resistenza irachena”, è sostenuta da http://www.antiimperialista.com che la introduce con l’immagine di un bambino che scaglia una bomba molotov;

nel sito Internet della BBC (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/3277029.stm) si trova altresì la notizia che, a detta del Pasquinelli, con la campagna dei dieci euro sarebbero stati raccolti dodicimila euro, pronti ad essere inviati alla cosiddetta resistenza irachena;

la cosa più agghiacciante in http://www.iraqlibero.net è però il cosiddetto “Diario della resistenza”, quella resistenza che lo stesso sito sostiene con l’appello e finanzia, che alla data del 12 novembre 2003 riporta: “16 carabinieri e soldati italiani sono morti in un attentato a Nassiriya. Le azioni della resistenza si allargano ad altri contingenti di occupazioni – gli USA fanno in modo che altri 14 paesi inviino le proprie truppe in Iraq (…). L’attentato è avvenuto il giorno dopo che il segretario della difesa Rumsfeld ha affermato pubblicamente a Washington che l’Amministrazione statunitense spera che 14 altri Paesi rispondano positivamente alla richiesta di invio di truppe in Iraq… Un camion-bomba, condotto da due attivisti, è esploso alle 10,40 di mercoledì all’interno del quartier generale del contingente dei carabinieri italiani e dei soldati romeni nella città di Nassiriya, uccidendo almeno 13 carabinieri e tre soldati italiani, e otto iracheni. L’esplosione ha completamente distrutto la base, colpendo anche abitazioni vicine, fatto che fa supporre che il numero dei morti sia destinato ad aumentare”;

giornali locali piemontesi hanno pubblicato, senza alcun commento, una lettera firmata in cui, fra l’altro, si afferma: “Dobbiamo pensare quindi che anche la resistenza irachena è legittimata a operare come sta operando e augurarle di ottenere gli stessi risultati ottenuti a suo tempo dal popolo italiano o vietnamita (…), Gli ebrei, da parte loro, ossequiano, ringraziano e plaudono (sic) all’occupazione. Proprio loro, che in cinquant’anni di storia hanno inflitto sofferenze ai palestinesi, più di quanto ne abbiano subite loro in un millennio dagli europei”; cita inoltre, per quanto riguarda i palestinesi, i “soprusi che vengono perpetrati dalla gente ebraica”;

considerato che:

l’articolo 270-bis del Codice penale (Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico) recita tra l’altro: “Chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni. Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo ricorre anche quando gli atti di violenza sono rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione e un organismo internazionale. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego”;

la legge 25 giugno 1993, n. 205, cosiddetta “Legge Mancino”, recita all’articolo 1: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito (…) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico (…) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi… È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni”;

la convenzione cui la legge n. 205/93 fa cenno è la Convenzione internazionale per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, nel cui articolo 4 i paesi aderenti si impegnano a “dichiarare crimini punibili dalla legge ogni diffusione di idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale”,

si chiede di sapere:

quale sia la valutazione di quanto esposto;

quali provvedimenti si intenda prendere.

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