Dario Fo: un grande uomo di Teatro che ha saputo mettere alla prova il Potere

Pur considerando inaccettabili alcune delle sue posizioni, lo ricordiamo oggi con riconoscenza per la sua denuncia. Con l’auspicio che anche la RAI di oggi, come quella della Prima Repubblica, dia spazio a chi si schiera contro quel Potere

Intervento in Aula

Signora Presidente, parlando a nome del Gruppo di Forza Italia, è difficile ricordare la figura di Dario Fo, che politicamente è stato sempre violentemente a noi avverso e lo ha espresso anche in alcune sue opere teatrali e artistiche. Tuttavia, egli va sicuramente ricordato come grande uomo di teatro. Egli stesso – ricevendo il premio Nobel, che fu dato con le motivazioni che la signora Presidente ha ricordato – disse: «Con me hanno voluto premiare la gente di teatro».

Fu, infatti, un caso anomalo che un autore più che altro di testi teatrali e, in primo luogo, un attore di testi teatrali ricevesse il premio Nobel. Come tale si è comportato, in modo simile a tanti altri uomini d’arte, in particolare del teatro, rappresentando un pungolo, un feroce contrappunto al potere – come scrissero coloro che gli hanno assegnato il premio Nobel – ma soprattutto alla parte politica di volta in volta a lui avversa. Questo fatto lo mette sulla stessa posizione di altri grandi uomini di teatro. Ne ricordo uno tra i tanti, Aristofane, che era pungolo anche per alcuni che poi sono diventati dei mostri sacri: il grande nemico di Aristofane era, infatti, Socrate. Pertanto, anche in quel caso c’era una parte politica avversa ad un’altra.

In questo Dario Fo ha avuto un’irruenza, un’esuberanza e un coraggio che lo hanno portato ad assumere posizioni estremamente discutibili. Credo che non si possano tacere le sue posizioni – come non si dovrebbero tacere a proposito di altri intellettuali della nostra Storia recente – riguardanti il commissario Calabresi, avendo addirittura messo in scena una pièce teatrale in cui a lui si alludeva e che contribuì a creare il clima nel quale il commissario Calabresi, riconosciuto innocente in ogni circostanza dalle indagini che ci sono state, alla fine fu barbaramente ucciso. Qui sta, però, in qualche modo, anche un aspetto della sua grandezza di uomo di teatro, che ha saputo portare in scena posizioni estreme, anche a mio avviso inaccettabili, con grandi capacità teatrali, con grande irruenza e anche con la capacità di farsi ascoltare da un pubblico molto vasto, pur praticando un genere teatrale che poteva essere ostico – e di fatto lo era – a gran parte del grande pubblico.

Vorrei sottolineare un ultimo pensiero: gran parte della fama di Dario Fo – questo personaggio avverso al Potere, come lo ha definito la commissione che assegna il premio Nobel, così scomodo, con posizioni estreme, assolutamente avverso all’area e alla politica dei Governi di gran parte del Dopoguerra che oggi indichiamo come prima Repubblica – è dovuta alle molteplici trasmissioni che ha fatto in RAI: nella RAI degli anni Cinquanta e Sessanta, che viene oggi ricordata in modo caricaturale come la RAI ultraconforme ai voleri del Potere. Invece quella RAI dava spazio a Dario Fo, che ne uscì di sua volontà, e in parte a ciò spinto, ma poi rientrò non molti anni dopo, negli anni Settanta.

Io credo che questa vicenda ci debba ricordare che anche la RAI di oggi dovrebbe poter dare spazio a qualcuno che naturalmente abbia delle capacità, ma che si schieri in modo anche violento ed estremo contro quel Potere. Sappiamo benissimo, infatti, che all’epoca i Governi erano molti ma, tutto sommato, tutti della stessa parte; Dario Fo era contro tutta quell’area di Governo ma ebbe spazio in RAI. Io spero che questo possa succedere anche oggi, benché di fatto spesso non succeda. La testimonianza di Dario Fo la ritengo positiva in questo senso: aver saputo mettere alla prova quel Potere – un potere democratico che ha dato spazio anche a lui, che gli era radicalmente e violentemente avverso. Credo che bisognerebbe rapportare quella situazione a quella odierna e capire se oggi sarebbe possibile. Credo che oggi non lo sarebbe e questo ci fa ricordare la figura di Dario Fo con una forma di riconoscenza per la denuncia che lui fece da posizioni che – lo ripeto – io e sicuramente tutti i colleghi del mio Gruppo abbiamo quasi sempre ritenuto inaccettabili.

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