Ritengo doverosa qualche precisazione dopo l’articolo di Stefano Passigli sul Corriere della Sera, che potrebbe influenzare il voto dei componenti della Giunta per le autorizzazioni martedì, e peraltro anche quello dei militanti del M5S incongruamente chiamati a farlo domani. Innanzitutto, negando l’autorizzazione a procedere non si riconosce che il ministro è ‘al di sopra della legge’, visto che tale facoltà è prevista proprio da una legge, anzi da una legge costituzionale. E comunque la proposta del senatore Gasparri, sulla quale voteremo, precisa espressamente che un reato irreversibilmente lesivo di diritti fondamentali, ad esempio un omicidio, non potrebbe mai essere ministeriale, e quindi andrebbe trattato come un reato comune, di cui il ministro dovrebbe rispondere come un comune cittadino, senza il filtro dell’autorizzazione a procedere. Così abbiamo fatto due anni fa – anche su sua richiesta – per il compianto Altero Matteoli, accusato, peraltro ingiustamente e su elementi inconsistenti, di aver preso soldi in cambio di decisioni politiche. Anch’esso un reato, ove commesso, che non può essere nell’interesse dello Stato. È nell’ambito di questi limiti imprescindibili che la proposta Gasparri afferma che i mezzi da usare per tutelare gli interessi dello Stato, spettano alla scelta del ministro! Noi aborriamo il principio del fine che giustifica i mezzi, che tanti danni ha fatto e ancora fa in tanti paesi, e infatti il testo elaborato dal presidente della Giunta se ne tiene ben lontano, dicendo questo: sicuramente il reato di Salvini è ministeriale (su ciò anche i giudici concordano) ed è stato commesso per il perseguimento di un preminente interesse pubblico (valutazione diversa, che per legge spetta solo al Senato).
Il professor Passigli, pare poi confondere il reato con l’esimente previsto dalla legge costituzionale, chiedendo al Senato di accertare l’eventuale sussistenza non solo del reato di sequestro di persona, ipotizzato dal tribunale, ma anche dell’abuso d’ufficio. Ma il Senato deve decidere solo sulla questione dell’interesse pubblico, mentre le ipotesi di reato e la sussistenza dei reati stessi sono di competenza del tribunale, altrimenti a Palazzo Madama dovremmo ascoltare testimoni, esaminare le prove, fare sopralluoghi. Non dobbiamo fare nulla di tutto questo, ma solo ciò che la legge costituzionale ci assegna. E dobbiamo farlo con coscienza retta e informata.