Due gli aspetti-chiave: le conseguenze ambientali e i possibili effetti politici, di “promozione”, nei Paesi che aspirano a dotarsi di armamento atomico
Intervento in Aula, durante la discussione di mozioni concernenti gli esperimenti nucleari francesi, per l’illustrazione della mozione Malan in materia
Signor Presidente, Colleghi,
vorrei innanzitutto sottolineare il ritardo con il quale queste mozioni arrivano in discussione in Assemblea. La mozione presentata da me insieme ad altri Colleghi del Gruppo Federalisti e Liberal-democratici, come quella degli Onorevoli Mattioli e altri, recano la data del 12 luglio scorso: da allora sono passati ormai quasi tre mesi e, ciò che è peggio, gli esperimenti che con queste mozioni proponiamo di ritardare, di evitare, di annullare, hanno cominciato a essere avviati con le prime due esplosioni. Il risultato è che stiamo parlando di questo problema quando ciò che si voleva tentare di evitare è già avvenuto. Nel periodo utile, cioè nei due mesi precedenti l’inizio degli esperimenti, anche se le mozioni erano già state presentate, il Parlamento (che, peraltro, dovrebbe essere investito del problema in un più ampio quadro di politica estera) non ha potuto esprimersi. Il Governo, pertanto, ha agito senza sentire l’opinione dei rappresentanti del Popolo sovrano. Ciò è particolarmente spiacevole (per non dire di più) in quanto si tratta di un Governo tecnico, che a tutt’oggi si proclama tale.
Non intendo esprimere un giudizio sul comportamento tenuto dal Governo in merito alla questione degli esperimenti nucleari francesi; è certo, peraltro, che la sua azione non è apparsa particolarmente incisiva. Per evitare che, di fronte a questa situazione di incertezza nella conduzione della politica estera (che è indipendente dalla volontà del Parlamento), quest’ultimo rimanga estraneo alla gestione della stessa, chiederemo fin da oggi nella Conferenza dei Capigruppo che in quest’Aula si svolga una discussione sulle grandi linee di politica estera e che ciò avvenga sulla base di una mozione da noi presentata. Tale mozione si riferisce in particolare al modello economico-politico che noi proponiamo per l’Europa, all’atteggiamento del nostro Paese rispetto alla Germania e agli Stati Uniti d’America e alle altre fondamentali questioni di politica estera.
Riteniamo che la questione della ripresa degli esperimenti nucleari francesi debba essere considerata in un quadro europeo sia dal nostro Paese sia dal Governo francese. Quest’ultimo, come è stato evidenziato negli interventi precedenti, ha assunto l’iniziativa di cui si parla per motivi di politica interna, sottolineando la «francesità», l’unilateralità della sua decisione – probabilmente dettata da motivi di prestigio che, peraltro, a quanto pare, hanno prodotto un risultato opposto a quello che si cercava di ottenere. Ci risulta, infatti, che il prestigio del Governo francese sia diminuito sia all’interno che all’esterno. Non possiamo fare a meno di chiederci se la decisione francese non sia estranea a una politica più ampia del cosiddetto “nucleo forte” dell’Unione europea. Anche questo è un problema che dovrebbe essere preso in considerazione, in quanto è fondamentale sotto il profilo della politica estera del nostro Paese e dell’Europa intera. La decisione assunta dal Governo francese ci ha turbato profondamente, soprattutto perché la Francia è un Paese amico e democratico, un nostro partner dell’Unione europea.
Sentiamo, quindi, il dovere di esercitare un’azione su tale Governo, affinché vi sia una riduzione degli esperimenti previsti. Ci auguriamo, soprattutto, che non si realizzi il risultato temuto ma che si giunga a un blocco, a una moratoria degli esperimenti nucleari. Tutti i Paesi – soprattutto la Francia, e la stessa Unione europea – dovranno assumersi questo compito. Si tratterà di stabilire il significato, la portata, gli effetti del grande turbamento che si è verificato nell’opinione pubblica mondiale a seguito degli esperimenti nucleari francesi, che sono preoccupanti sotto diversi punti di vista. Essi sono certamente molto preoccupanti sotto il profilo dell’impatto ambientale nelle zone in cui vengono effettuati, che subiscono l’arroganza di un Paese europeo così lontano da esse e così vicino a Paesi molto lontani e diversi.
Il problema più grave è certamente l’effetto promozionale su eventuali altri Paesi che aspirino a dotarsi di un armamento atomico. Non dimentichiamo che, in diversi Paesi, si sta tentando di costruire armamenti nucleari; si è parlato dell’Iraq, si parla dell’Iran: diversi sono i Paesi, particolarmente a rischio per quanto riguarda la situazione politica interna, che stanno cercando di dotarsi di armamenti nucleari. Di fronte a questo gesto della Francia, tali Paesi potrebbero sentirsi particolarmente incoraggiati e, per certi versi, al riparo giacché l’opinione pubblica mondiale è concentrata su quegli esperimenti.
Chiediamo, per questo, al Governo italiano di intraprendere ogni possibile azione nei confronti del Governo francese per accorciare per quanto possibile la serie degli esperimenti, per far sì che assumano il significato di ultimi – e non primi – di una serie e – soprattutto – per invitarlo a considerare il problema degli armamenti, dei deterrenti e della difesa del territorio (della Nazione francese e dell’Europa intera) in un quadro europeo.
Tutto questo non ci deve fare dimenticare le altre situazioni di grave rischio ambientale causate da esperimenti e da armamenti nucleari e non. È stato più volte, giustamente, citata la Repubblica Popolare Cinese, che continua a effettuare esperimenti nucleari sotterranei (l’ultimo è di poche settimane fa) che non hanno, purtroppo, suscitato la grande eco prodotta dagli esperimenti francesi. Mi riferisco anche ad altre realtà che, pur senza dare luogo a esplosioni, si configurano come situazioni ormai endemiche – come quella della base della Marina ex sovietica, ora russa, di Murmansk. Si tratta di una realtà a noi molto vicina, che costituisce un grave rischio sia per i marinai della flotta sia per le popolazioni che abitano nella zona. Basti pensare alle zone in cui in passato furono effettuati numerosi esperimenti nucleari di elevatissima potenza dall’Unione Sovietica, che costituiscono tutt’oggi un grande pericolo. Si tratta di zone – ciò è particolarmente preoccupante – in cui, a causa, di un non ancora completato cammino democratico, non esiste informazione su quanto accade e, spesso, le popolazioni locali sono tenute all’oscuro dei pericoli che corrono e dei danni sull’ambiente. Occorre, quindi, affrontare il problema con una visione ampia, senza limitarsi a condannare il Governo francese. Lo spunto per l’intervento nei confronti del Governo francese è dato dal fatto che si tratta di un Governo amico, ma è ancora più preoccupante quanto avviene in altri Paesi, nei quali non esistono libertà di informazione, democrazia e, di conseguenza, controllo.
Per questi motivi, chiediamo a tutti i deputati di votare la nostra mozione, improntata a uno spirito di amicizia nei confronti del Governo francese e, al contempo, di grave preoccupazione per le conseguenze ambientali e politiche che la ripresa di questi esperimenti potrebbe comportare.