Fusione Scienza e Tecnologia: “Il Governo italiano si oppone all’unanimismo dell’Unione Europea nell’accettare le tesi del riscaldamento globale”

Il Sen. Malan spiega i motivi che hanno portato i senatori del PDL a presentare al Senato una mozione di critica al Protocollo di Kyoto

di Giuseppe Filipponi

I Senatori del PDL hanno presentato una mozione al Senato Italiano che chiede di riconsiderare le indicazioni del Protocollo di Kyoto, alla luce delle prese di posizione di autorevoli esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale che esprimono dissenso con le tesi di base dell’ipotesi del riscaldamento globale antropico. Si tratta di una presa di posizione coraggiosa e lungimirante.

Come è nata l’idea di questa iniziativa nel vostro Gruppo al Senato?

Già all’epoca della ratifica del Protocollo di Kyoto c’era qualche perplessità, specie tra i senatori di Forza Italia. La questione riemerse il 15 marzo 2007, in occasione della discussione di alcune mozioni sul proseguimento della politica ambientale nella scia di Kyoto e delle decisioni in sede europea. Era stata ipotizzata una mozione fortemente critica, che rientrò, ma gli interventi in discussione generale di Guido Possa, che da pochi mesi aveva lasciato il ruolo di vice Ministro della ricerca scientifica, e di Giorgio Stracquadanio, nonché la mia dichiarazione di voto sottolinearono i numerosi punti deboli delle politiche dell’Unione Europea. Io chiusi ricordando “che il principio di precauzione ispira il Protocollo di Kyoto” ma “va applicato anche nei confronti di misure così onerose da essere esse stesse un pericolo”. La settimana seguente, Guido Possa e il responsabile del Dipartimento ambiente di Forza Italia, l’ex senatore Guglielmo Castagnetti, organizzarono un seminario dove intervennero numerosi scienziati portando utili contributi alla materia. A tutti i partecipanti fu evidente la necessità di fare riferimento a criteri scientifici e non impressionistici, propagandistici o mistici. Da allora, Guido Possa ha continuato a raccogliere informazioni sull’argomento, io ho letto parecchio e seguito in particolare quanto avveniva al Senato degli Stati Uniti, e il senatore Andrea Fluttero ha lavorato in commissione Ambiente, il cui presidente D’Alì si trova sulle stesse posizioni. Così, quando il Presidente del Consiglio Berlusconi ha cominciato a opporsi all’unanimismo dell’Unione Europea su questi argomenti, abbiamo pensato di dargli man forte.

I media hanno dato pochissimo spazio a questa iniziativa, e la cosa non stupisce considerando che da anni non fanno che propagandare il contrario. Come pensate di portare avanti il punto di vista della vostra mozione al Senato. Potrebbe essere uno dei temi importanti per la prossima campagna elettorale per il Parlamento Europeo?

Il pochissimo spazio dato dai media alla nostra mozione, benché abbia trovato pubblicamente il sostegno del Presidente di turno dell’Unione Europea, il Presidente ceco Vaclav Klaus, è una conferma del fatto che si tratta di una iniziativa importante e intelligente. I media, infatti – salvo quando le cose importanti, come guerre e catastrofi si impongono in modo spettacolare – danno rilievo solo a sparate, pettegolezzi o esternazioni dei soliti noti. In questo contesto, le previsioni apocalittiche del rapporto Stern e delle sue volgarizzazioni funzionano molto meglio di considerazioni fatte secondo scienza, coscienza e verità. Provvidenzialmente, la gente comune dà di solito a queste cose lo stesso peso che dà alle notizie secondo cui Elvis Presley è ancora vivo. Quanto a noi, non mancheremo occasione per portare la nostra posizione all’attenzione pubblica, contando sull’intelligenza dei cittadini – molto superiore a quella loro attribuita da chi dovrebbe informarli – e soprattutto sulla sensibilità di coloro che hanno maggiore consapevolezza su questi temi.

In Italia c’è un altro tema importante su cui da anni si è esercitata l’ideologia antiscientifica, fino a farlo diventare un tabù. Si tratta del nucleare. Il Governo italiano, dopo molti anni, ha riaperto il discorso con soddisfazione di tutta la comunità scientifica. Rispetto alla propaganda della “Green Economy”, sulla cui validità gli scienziati e i tecnici sono molto scettici, che tipo di iniziative pensa siano necessarie per riportare il discorso sul nucleare sul piano della razionalità scientifica?

Credo che, su questo, il contributo più importante l’abbiano dato gli ambientalisti del “no” a tutto e in particolare Alfonso Pecoraro Scanio, che ha screditato qualunque posizione abbia sostenuto. A livello generale, l’opposizione al nucleare è precipitata. Restano i problemi della sindrome NIMBY (“Not In My Back Yard”). Starà al Governo, e in particolare al Ministro Scajola, che ha le capacità e il pragmatismo necessario, incentivare l’accettazione dei nuovi impianti e rassicurare definitivamente sulla loro non pericolosità. Sarà molto importante poter portare positivi esempi di altre aree che hanno ospitato delle centrali. Ci sono due tipi di centrali che nessuno vuole: quella di Cernobyl e quella di Springfield, dove distrattamente lavora Homer Simpson. Sulle altre, ci si può mettere d’accordo.

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