In questa partita siamo noi la Task Force, e la nostra squadra, come sempre, è l’Italia

Signor Presidente, colleghi senatori, signor Presidente del Consiglio, noi apprezziamo che lei sia venuto qui in occasione del ventitreesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri a illustrarlo, prima e non dopo o solo in conferenza stampa. (Applausi).

Meglio delle altre volte. Lo apprezziamo davvero. Ci accorgiamo della differenza: è un passo in avanti. Rileviamo tuttavia che non è questo lo strumento da usare per limitare le libertà che la Costituzione stessa dice che possono, sì, essere limitate, ma solo per legge. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non è legge, non è un decreto-legge: la Costituzione lo dice in modo che più chiaro non si può. (Applausi).

La sua offerta di collaborazione la apprezziamo anch’essa nella forma, perché suona bene, però bisogna collaborare sulle cose concrete. Possiamo collaborare, ma il Parlamento non è un organo consultivo, non è una delle cento task force (infatti adesso è anche meno numeroso delle sue task force); è il posto dove si vota. Allora, se viene in questa sede e ci propone norme generiche, come facciamo a intervenire sul serio? Per questo la Costituzione afferma che in caso di necessità e urgenza si emana un decreto-legge, che intanto passa il visto del Presidente della Repubblica e poi viene esaminato in Parlamento, dove si possono proporre modifiche su ogni singolo punto, non votare genericamente una fiducia in bianco. (Applausi).

Lei, infatti, ci ha detto alcune cose anche interessanti, ma non quali saranno i parametri per andare in una di queste tre fasce; non ci ha detto quanti saranno i contagi o l’indice di contagio; non ci ha detto cosa succederà nelle tre fasce; non ci ha detto a che ora scatterà questa limitazione totale degli spostamenti; non ci ha detto quando arriveranno i risarcimenti per tutte le categorie che sono colpite a morte, o comunque con gravissimi danni, da questi provvedimenti. (Applausi). Le cose devono andare insieme, non si può dire: oggi ti chiudo dopo che hai fatto le spese per metterti a posto e poi vediamo, forse prossimamente arriverà qualcosa con un decreto. Non ci ha detto per quanto tempo i ragazzi dovranno stare a casa dalle scuole; non ci ha detto quali saranno i rimedi posti per le tantissime famiglie che non sono in grado di seguire la didattica a distanza, perché non hanno un device per ogni bambino, per ogni ragazzo che va a scuola o addirittura sono prive di copertura nella loro zona: non esistono solo i centri delle città, non esistono solo le zone a traffico limitato (ZTL).

Per questo vogliamo votare sui disegni di legge, sui decreti-legge, non su intenzioni vaghe, perché vogliamo che ciascuno possa e debba prendersi la responsabilità di ciò che vota e anche di ciò contro cui vota. Non possiamo quindi votare una fiducia basata sul seguente principio: datemi pieni poteri per fare ancora una volta un decreto, che non è previsto da nessuna parte della Costituzione in questa forma, e poi vedrete. Signor Presidente del Consiglio, non possiamo darle pieni poteri, perché non ne avete fatto un gran buon uso; sarebbe lungo elencare le carenze, ma ci sono stati ritardi clamorosi (per esempio, solo ad ottobre è arrivato il bando da parte del commissario Arcuri per reperire le attrezzature necessarie per le terapie intensive). Questo ad ottobre, ma avete dichiarato lo stato d’emergenza il 31 gennaio e noi lo avevamo chiesto il giorno prima. (Applausi). Abbiamo visto cose su cui poi probabilmente bisognerà fare un approfondimento, come quel famoso quasi divieto di effettuare le autopsie. Se si fossero fatte le autopsie fin da subito, si sarebbe potuto praticare fin da subito le terapie giuste, senza aspettare mesi e settimane, in cui purtroppo non sono state fatte quelle giuste, perché non si era potuto capire esattamente cosa succedeva nei polmoni dei malati. Ci sono state le tonnellate di mascherine regalate alla Cina: è stato un gesto nobilissimo, ma non avevamo quelle per i nostri medici negli ospedali e per i medici di base! (Applausi).

Signor presidente Conte,la collaborazione la si impedisce anche quando si emana un decreto-legge – la norma prevista dalla Costituzione – di 500 pagine, che rappresenta un impedimento per le sue dimensioni e anche per la difficoltà di dialogare nell’ambito della maggioranza di Governo (in cui c’è già molto da litigare tra i vari soggetti). Pertanto succede che si va in Commissione, si fa un esame sommario e si respingono praticamente tutte le proposte dell’opposizione; poi si va all’esame dell’Assemblea, si mette la fiducia e nell’altra Camera non c’è praticamente neppure questo, perché c’è solo la fiducia. Per questo poi vengono fuori norme strane, magari con alcuni favori personali (su cui adesso non ritorno); ricordo però che c’è anche un’interrogazione sulla questione della tassa di soggiorno che – guarda caso – favorisce una persona a lei vicina. Non si risponde su questo. (Applausi). Dobbiamo allora ricordare che il Governo ha rifiutato fino ad ora la collaborazione, esprimendo parere contrario su tutte le nostre proposte, sia quelle presentate con emendamenti, sia quelle presentate nelle risoluzioni, come avviene questa sera. Diamo oggi atto al Governo nel suo insieme che, attraverso il ministro D’Incà, ha espresso parere favorevole su alcune delle nostre proposte; un po’ tardi, ma meglio tardi che mai. Se queste proposte però fossero state accolte, esaminate e messe in pratica prima, tante cose non andrebbero male come vanno adesso.

Ricordo che abbiamo presentato moltissime proposte. Abbiamo collaborato votando i 100 miliardi di scostamento in tre tranche diverse; avevamo proposto di votarli subito, volevamo darvi talmente tanta fiducia da votare subito i 100 miliardi e non un pezzetto per volta. La prima volta, avete proposto 3,5 miliardi e siamo arrivati a 100; noi avevamo parlato subito di 100 miliardi.

Abbiamo chiesto pianificazione perché ci vuole, non si può arrivare all’ultimo momento sia nei confronti delle strutture dello Stato, che devono mettere in atto ciò che decidete, sia nei confronti dei cittadini, delle imprese, dei commercianti, dei professionisti e di tutti coloro che hanno attività, che non possono andare avanti con norme che non ci rendono sicuri neppure di quello che si può fare domani mattina.

Abbiamo chiesto di potenziare le terapie intensive, ricordando che Arcuri ha fatto la gara ad ottobre. Abbiamo chiesto il potenziamento dell’assistenza domiciliare e di mettere i medici di base in condizione di esercitare il presidio sul territorio, che generalmente fanno per altre cose, anche per il Covid-19. Abbiamo chiesto di non dimenticare coloro che non sono malati di Covid. (Applausi). Il 14 ottobre su «Nature medicine»,la più importante rivista medica del mondo, è uscito uno studio secondo il quale in Italia c’è stato un aumento di morti, a parte il Covid, pari al 46 per cento dell’aumento di morti per il Covid. In altre parole, ogni 100 morti di Covid, ci sono stati 46 morti non per Covid in più degli anni precedenti, mentre in altri Paesi europei si è rimasti sul 20 per cento, in alcuni addirittura non c’è stato un aumento e ci sono anomalie statistiche. Mi chiedo se qualcuno delle centinaia di membri delle task force abbia letto questo studio. Io l’ho letto, ma dovevano farlo anche loro (Applausi), altrimenti cosa ci stanno a fare? (Commenti).

Abbiamo chiesto di velocizzare le pratiche per autorizzare le nuove terapie, di reclutare nuovi medici. Tra l’altro, per queste cose c’è a disposizione il Meccanismo europeo di stabilità (MES): ecco perché chiediamo di usarlo, non perché abbiamo un amore per questo tipo di strumento. (Applausi). Se non lo volete usare, spiegate perché non avete fatto per la medicina tutte queste cose, che invece dovevano essere fatte.

Abbiamo chiesto risarcimenti immediati, contemporaneamente alle misure. Abbiamo chiesto risarcimenti anche per i proprietari di immobili, in particolare per coloro i quali quello da immobile è l’unico reddito. Ci sono tante persone anziane che hanno solo quel reddito e non sono state minimamente indennizzate.

Abbiamo chiesto di pagare i debiti della pubblica amministrazione, cosa che doveva essere fatta assai prima. (Applausi). In questi periodi succede che ci sono persone che sono costrette a chiudere, lo Stato non le paga, ma chiede loro tante tasse. Abbiamo chiesto uno sgravio serio delle tasse, un rinvio e, dov’è possibile e necessario, un annullamento, perché bisogna pianificare: chi ha un’impresa, anche piccola, deve pianificare, non può aspettare una misura all’ultimo momento, quando nel frattempo ha già chiuso.

Abbiamo chiesto di limitare le chiusure a quelle davvero efficaci. Abbiamo chiesto di introdurre i voucher. Per i trasporti, altro che i monopattini, abbiamo chiesto di usare il trasporto privato. (Applausi). Abbiamo chiesto di abolire per questo periodo le strisce blu e la chiusura delle città a ZTL. I mezzi pubblici sono sovraffollati, ma fate in modo di impedire ai privati di circolare, massacrandoli di multe.

Abbiamo chiesto di contrastare l’immigrazione e di controllare, anche dal punto di vista dei contagi, gli immigrati; invece, c’è stato un boom di nuovi arrivi.

In conclusione, signor Presidente, in questa partita non siamo interessati a partecipare a fantomatiche cabine di regia e avere posti, prebende, seggiolini o sgabelli da qualche parte; siamo interessati a fare il bene dell’Italia. Il confronto non si fa in strane cabine di regia, ma qui, perché è qui che si fanno le leggi: lo dice la Costituzione, siamo noi la task-force. (Applausi). La Costituzione dice che dobbiamo farlo noi; ascolti gli esperti, ma poi prenda decisioni nel modo che prescrive la Costituzione.

La partita non si gioca buttando la palla in tribuna, ma è qui e in questa partita la nostra squadra è, come sempre, l’Italia. (Applausi).

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