Depositata nella seduta del Senato del 18 agosto 2020
Dall’INPS ora sappiamo di tre deputati furbetti che hanno chiesto i 600 euro di bonus. Ma sappiamo anche che lNPS evidentemente classifica i suoi iscritti anche sulla base di motivazioni politiche
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Al Ministro del lavoro e previdenza sociale
Premesso che
l’articolo 1 della legge 9 marzo 1989, n. 88 sottopone l’INPS alla vigilanza del ministro cui è rivolta la presente interrogazione;
per sapere:
in che modo l’INPS ha fatto pervenire all’esterno notizie su coloro che hanno richiesto il bonus per le partite IVA, classificandoli tra l’altro sulla base del loro impegno politico e nelle istituzioni, incluso quello come consigliere comunale, nella quasi totalità dei casi retribuito con rimborsi di poche decine di euro al mese;
chi ha deciso o consentito che tali informazioni venissero diffuse;
perché è stata fin dall’inizio diffusa la notizia dell’appartenenza partitica dei percettori del bonus, ma sono stati omessi i nomi, rendendo centinaia di persone sospette di un comportamento ritenuto non commendevole;
se nell’ambito della schedatura per impegno politico sono stati compresi dirigenti di partito, comunque denominati, o i proprietari di aziende alle quali parlamentari versino contributi per obbligo di partito;
quale certezza vi è che nessuno degli altri parlamentari abbia chiesto o ottenuto il bonus;
se, oltre a quella sulla base dell’impegno nelle istituzioni, presso l’INPS vi siano altre schedature sulla base di parametri estranei alle finalità dell’istituto;
perché il presidente dell’INPS ha ritenuto di rivelare al vice presidente dell’altro ramo del Parlamento On. Ettore Rosato notizie sulla presenza tra i percettori del bonus di parlamentari del suo partito;
chi, secondo l’ordinamento dell’INPS, ha diritto di avere notizie sui componenti del proprio partito.