«Quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile»; «(…) il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati (…)» è «di condannare i deboli innocenti»; «ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall’assoluta necessità è tirannico». Ebbene, il disegno di legge in esame contraddice tutti e tre questi principi (Applausi dal Gruppo FI-BP) perché la pena avviene lontanissima dalla commissione del delitto, con processi infiniti, i deboli innocenti vengono afflitti tanto e più dei robusti scellerati, perché un innocente deve aspettare decenni per avere la giusta sentenza, mentre al colpevole conviene benissimo aspettare: meglio aspettare, anche perché, giustamente, prima di una condanna definitiva non si può finire in carcere se non per le misure cautelari, che dovrebbero essere limitate il più possibile. Pertanto qui si tutelano i colpevoli e si condannano gli innocenti. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Infine, l’altro principio: ogni atto di autorità che non derivi dall’assoluta necessità è tirannico. Vent’anni sotto processo è una pena spropositata che molti scambierebbero volentieri con due mesi di carcere perché probabilmente è meglio fare due mesi di carcere che vent’anni sotto processo, con la famiglia distrutta e – aggiungo – le attività economiche annientate. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Quante persone finite in carcere, e poi proclamate innocenti dalla giustizia – non dagli amici, ripeto, ma dalla giustizia – hanno visto distruggere le loro attività economiche e la propria famiglia finire sul lastrico? Tuttavia, per solo il fatto di essere state incolpate, a vostro modo di vedere gli sta bene perché qualcosa avranno pur fatto. Poi, dopo vent’anni, si scopre che quella persona era innocente, ma intanto la sua vita è distrutta e i suoi dipendenti a casa anche loro, perché è giusto, non è vero? È giusto distruggere le aziende sulla base del sospetto, perché i processi devono durare cinquant’anni, perché volete raccattare qualche voto da gente mossa dalla malvagità e dalla malafede che voi stessi instillate in loro! (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Le frasi che ho citato non sono di un moderno garantista; sono di Cesare Beccaria e sono state scritte più di duecentocinquant’anni fa: facciamo un balzo secolare all’indietro con questo provvedimento.
Il senatore Aimi ha ricordato che anche nell’antica Grecia si prescrivevano i reati in cinque anni; ci possono essere esempi anche molto celebri, ma restando nell’antica Grecia, come disse Pericle, noi non abbiamo paura della discussione perché non riteniamo che la discussione sia un ostacolo alle giuste decisioni; riteniamo piuttosto che sia il modo giusto per prenderle. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Quello che oggi è avvenuto è che avete troncato la discussione; avete impedito a quest’Assemblea di intervenire; il 92 per cento dei senatori non ha potuto fare nulla su questo provvedimento perché non fa parte della Commissione giustizia. In ogni caso, in questo disegno di legge non c’è soltanto la «fine prescrizione mai», ovvero la condanna al processo a vita, all’ergastolo processuale; si prevede anche l’agente provocatore: una mostruosità. Lo Stato, se ha ragion d’essere, se è al servizio dei cittadini – come noi di Forza Italia abbiamo sempre creduto – deve prevenire la commissione dei reati e punirli quando essi vengono commessi, non provocare i reati, addirittura attraverso un suo agente! (Applausi dal Gruppo FI-BP).
C’è scritto qui. Chi lo fa in queste vesti può compiere reati e non è punibile. Leggete l’articolo: non è punibile chi compie una serie di reati allo scopo di indurre altri a farne perché lo Stato, che si mette al posto di Dio, vuole punire, vuole giudicare il suo cuore, e non le sue azioni! (Applausi dal Gruppo FI-BP). È blasfemia questa! (Commenti dal Gruppo M5S).
Oltre ai principi, dei quali evidentemente a molti non interessa nulla, c’è anche l’economia: non solo i magistrati, gli avvocati, i costituzionalisti hanno espresso giudizi estremamente negativi su questo disegno di legge, ma anche le associazioni imprenditoriali, chi produce ricchezza, lavoro; leggono il testo di legge e capiscono che in questo Paese è meglio fare una sola cosa: chiudere la propria attività e andare all’estero (Applausi dal Gruppo FI-BP)perché ti può capitare una vicenda giudiziaria, può capitare a un tuo dirigente, e non puoi fare nulla perché per decenni il processo andrà avanti, l’assoluzione arriverà quando l’azienda sarà decisamente morta e pertanto è meglio andare in altri Paesi.
Aggiungo un elemento: la perseguibilità d’ufficio della corruzione fra privati. In altre parole, sarà un magistrato a stabilire se un dipendente è stato fedele alla sua azienda e non il titolare della stessa azienda. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Un imprenditore potrà vedere condannato uno dei suoi dirigenti o un suo impiegato, pur ritenendolo lui preziosissimo, perché a giudizio del signor magistrato non è stato sufficientemente ligio. Questa, oltre ai processi, è una bomba sotto le aziende.
Ministro, legga quello che c’è scritto nel provvedimento. Apprezzo che lei segua – cosa che molti suoi colleghi non fanno anche quando vengono qui – però deve leggere quello che c’è scritto. Si deve tener conto del fatto che due o tre magistrati, forse, non sono perfetti e se anche fossero solo due o tre (ricordo che ci sono state anche alcune condanne di magistrati, anche per fatti molto gravi), ebbene mettiamo nelle mani di ciascuno di essi la vita degli italiani. Non basta che tutti gli altri siano equanimi perché quando un magistrato fa un danno, quando distrugge la vita di un cittadino innocente, a poco serve che quello che giudica la causa accanto sia equanime e faccia le cose come si deve. La prescrizione serve anche a questo.
Per quanto riguarda le norme sui partiti, a completare il quadro, c’è stata una totale trasparenza e dunque una totale ingerenza dello Stato. È molto inelegante che chi è al potere, chi è al Governo, usando molto spregiudicatamente questo potere, possa sapere di ogni cittadino se ha avuto il torto, magari, di finanziare qualche partito dell’opposizione. Bella roba! Se questo lo facesse qualche Governo a voi non gradito lo denuncereste. Questa è l’Italia che volete voi. Un’Italia dove chiunque può essere messo in carcere e soprattutto sottoposto a processi infiniti, dove un’azienda deve rendere conto ad altri, naturalmente deve rendere conto alla legge ma deve sperare anche che nessun magistrato entri nei suoi meccanismi per stabilire se il tale dirigente ha fatto bene a rifornirsi da questo o da quest’altro fornitore, altrimenti è infedele, dunque deve essere condannato per corruzione.
Colleghi della maggioranza, purtroppo è stato imposto il voto di fiducia e non avete potuto esprimervi. È chiaro, inoltre, che se voi votaste contro questo provvedimento andreste incontro a delle conseguenze tutte politiche (spero solo politiche), per esempio quella di non essere ricandidati. Io però preferisco essere l’ultimo dei cittadini in un Paese dove vige lo Stato di diritto e dove la libertà dei cittadini è un valore supremo che senatore in un Paese dove lo Stato di diritto non c’è più. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).