La retribuzione dei senatori italiani, prima ancora della decurtazione di 1.500 euro, era già inferiore alla media degli altri Paesi europei

Intervento in Aula in dichiarazione di voto sul Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2011 e il Progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2012

Signor Presidente,

vorrei annunciare il voto del Popolo della Libertà, dicendo che il Gruppo voterà secondo le indicazioni date dal senatore Questore Cicolani.

Il punto relativo all’adeguamento dei compensi dei senatori a quelli dei parlamentari principali Paesi dell’area euro presenta due profili: il primo è che l’articolo 69 della Costituzione afferma che l’indennità è stabilita dalla legge – quindi certo spetta a Camera e Senato ma in quanto Camera e Senato, non in quanto Consiglio di Presidenza o Collegio dei Questori. Il secondo profilo è relativo al fatto che le stesse conclusioni provvisorie fatte dalla Commissione Giovannini, pur essendo parziali e subendo la mancata trasparenza da parte di diversi Parlamenti degli altri Paesi – e dunque circa le retribuzioni e i compensi dovuti ai parlamentari degli altri Paesi – mostravano che in Italia la retribuzione dei senatori era già inferiore a quella prevista dalla media degli altri Paesi, come stabilito dalla legge.

Inoltre, non dovrebbe sfuggire che, da allora, c’è stata una decurtazione di 1.500 euro circa dell’indennità ma, già prima di questa decurtazione, eravamo al di sotto della media europea. Pertanto, poiché si chiede al Consiglio di Presidenza e ai senatori Questori di fare una cosa che già c’è e che, comunque, non sarebbe compito loro, mi sembra giusto che il senatore Cicolani abbia dato parere negativo – non perché siamo contrari a farlo, ma perché è già stato fatto.

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