“I promotori del referendum stanno utilizzando la Giornata dell’Acqua per finalità che non hanno nulla a che fare con quelle previste dall’ONU, che ha voluto attrarre l’attenzione mondiale sui problemi delle popolazioni che non hanno accesso a questo elemento fondamentale e non certo sulla natura degli enti che gestiscono gli acquedotti.
È vergognoso usare le immagini di bambini africani sofferenti per difendere le aziende municipalizzate, le inefficienze, le poltrone politicizzate e le assunzioni clientelari. Ed è un imbroglio parlare dei racket mafiosi sull’acqua come se fossero le conseguenze della nuova legge che si vuole abrogare, visto che questi racket hanno prosperato proprio con la vecchia norma.
Val la pena di ricordare che la privatizzazione dei servizi pubblici locali, che il referendum cancellerebbe, lascia completamente alle istituzioni pubbliche le decisioni sulle politiche dell’acqua, nell’ambiente come nelle reti. Quel che non potranno più fare sarà affidare la gestione a società pubbliche senza gare di appalto”.