Inadatto a giudicare su Berlusconi e De Gasperi
“Massimo D’Alema non è davvero adatto a rilasciare patenti di tradizione democratica a chicchessia, e tanto meno a Silvio Berlusconi. Ancora meno può stabilire chi è l’erede politico di Alcide De Gasperi.
Spiace parlare di fatti ormai lontani ma lui, poco dopo la morte dello statista trentino, seguiva e conosceva personalmente, benché bambino, Palmiro Togliatti – l’uomo che dichiarava pubblicamente di voler prendere De Gasperi a calci nel sedere e del quale, ancora nel 1973, scriveva: nel suo insegnamento stanno i fondamenti della nostra politica nazionale e internazionale.
Le tradizioni democratiche di D’Alema tardano a manifestarsi, perché a 26 anni applaudiva come capo dei giovani comunisti il segretario del suo partito che al congresso mandava il ‘saluto fraterno e solidale’ agli uomini di Pol Pot, e ancora nel 1982 definiva la Rivoluzione d’Ottobre ‘garanzia del carattere radicale e anticapitalistico del cambiamento per cui lottiamo’.
Davvero, non ci interessano le sue tradizioni democratiche e preferiamo le nostre”.