“<<L’Islam fa la guerra a politeisti, ebrei, cristiani e zoroastriani, ribelli e corrotti, nemici dell’Islam>>. Questo si legge nel Compendio della Dottrina Islamica contenuto nel sito dell’associazione sciita Ahl al-Bait, che oggi esprime solidarietà ai dirigenti dell’UCOII indagati per istigazione all’odio razziale.
Purtroppo, però, anche Ahl al-Bait con espressioni del genere dà luogo quanto meno a fraintendimenti che dovrebbe eliminare prima di entrare in altre vicende. Nel suo sito, infatti, si trova in bella evidenza si trova il compendio dottrinale redatto dal prestigioso Ayatollah Tabatabai, dove si legge tra l’altro: <<L’Islam considera coloro che rifiutano di accettare la verità e la giustizia suoi nemici vitali e perturbatori dell’ordine mondiale. Per la religione islamica, tali individui non hanno nessun valore e non sono degni di alcun rispetto>>.
Ma c’è un passaggio anche più esplicito: <<L’Islam fa guerra alle seguenti categorie di persone:
1) I politeisti, ovvero coloro che non credono all’Unicità di Dio. Se, dopo aver compreso chiaramente la verità, si rifiutano di accettarla e di convertirsi, l’Islam agirà verso di loro secondo il dovere religioso della jihàd.
2) Gli ebrei, i cristiani e gli zoroastriani. Lo stato islamico, in cambio di un’irrisoria somma di denaro, dà loro la possibilità di godere della sua tutela. Essi debbono tuttavia guardarsi dal fare propaganda antislamica o dall’aiutare i nemici dell’Islam o dal compiere qualsiasi altro atto sfavorevole ai Musulmani.
3) I ribelli e i corrotti.
4) I nemici dell’Islam che attaccano con l’intento di distruggerne le basi o con l’intenzione di rovesciare il governo islamico. Se gli interessi dei Musulmani e dell’Islam lo rendono necessario, la società islamica può temporaneamente concludere con i nemici dell’Islam un patto di non aggressione; non ha però il diritto di stabilire con loro rapporti di amicizia tali che le parole e il comportamento di questi empi influenzino negativamente i Musulmani, corrompendo le loro menti e la loro condotta>>.
Frasi come queste danneggiano innanzitutto gli islamici che vivono in Italia e vivono la religione in modo tollerante e nel rispetto delle altre. In particolare danneggia, insieme a un certo tipo di predicazione, soggetti giovani e fragili che possono essere indotti a gesti estremi.
Se gli aderenti di Ahl al-Bait hanno buone intenzioni, facciano chiarezza su ciò che quelle frasi significano per loro”.