“Secondo un ampio articolo odierno di Le Figaro, il più diffuso quotidiano francese, imbarcazioni delle ONG ‘meno serie’ entrano nelle acque territoriali libiche per prelevare i migranti, incoraggiando gli scafisti a usare imbarcazioni sempre più precarie e moltiplicando così sia il numero di arrivi sulle nostre coste, sia il numero dei morti – parte comunque essenziale dei trafficanti di merce umana, che ne hanno bisogno per poter dare a tutta l’operazione i caratteri di ‘emergenza’ e permettere di parlare di migliaia di persone ‘salvate’ e non semplicemente ‘traghettate’. Insomma, mentre si capisce molto poco dell’accordo Italia-Libia e lo stesso Alto rappresentante della UE, Federica Mogherini, non parla di riduzione dei flussi ma solo di una migliore gestione, abbiamo autorevole notizia di una attiva collaborazione tra scafisti e talune ONG.
Le Figaro dice che, accanto a organizzazioni serie come Medici Senza Frontiere e Croce Rossa, ve ne sono altre le cui navi si comportano in modo estremamente discutibile: non solo violando le acque territoriali libiche, ma spegnendo i transponder per non essere individuate – non avendo né l’attrezzatura, né la preparazione per occuparsi di centinaia di persone in difficoltà. Le navi di queste organizzazioni si collocherebbero vicino alla costa e punterebbero dei grandi riflettori verso riva, diventando così un faro per gli scafisti. Insomma, come denuncio da tempo, sembra proprio che il meccanismo sia l’opposto di quello che ci viene raccontato: non è che vengono individuate imbarcazioni di migranti in pericolo, e poi arrivano i soccorsi, ma il contrario. I cosiddetti soccorritori vanno davanti alla Libia e, solo dopo, i trafficanti mettono in acqua le loro barche e i loro passeggeri paganti.
Due cose ci si deve chiedere: qual è l’interesse di queste ONG ad alimentare il traffico e in che modo si comportano gli altri ‘soccorritori’. Le ONG sono collegate a chi poi gestisce il business dell’accoglienza, con tutti i grandi profitti che ne derivano? Gli altri ‘soccorritori’ seguono le navi delle ONG ‘poco serie’ perché sanno che, dopo che si muovono loro, iniziano gli imbarchi in Libia?
Sull’argomento presento al Governo una interrogazione, chiedendo risposte approfondite e immediate”.