Notizie di morti e feriti iraniani nel Camp Ashraf in Iraq

L’Esecutivo italiano intende intervenire presso il Governo iracheno, a tutela dei diritti umani dei residenti iraniani?

Interrogazione al Ministro degli Affari esteri
Premesso che:

dalle principali fonti di informazione internazionali giungono notizie estremamente preoccupanti sulla situazione di Ashraf, città irachena luogo di permanenza da più di 20 anni di 3.400 iraniani oppositori del regime di Teheran;

la città di Cuneo ha stabilito un rapporto di gemellaggio con Ashraf, dichiarandola città “sorella di Resistenza”;

da fonti dei dissidenti iraniani viene riferito di un attacco da parte di forze irachene, durante il quale sarebbero stati usati lacrimogeni, manganelli, idranti ma anche armi da fuoco, al punto da causare tra i residenti 12 morti e circa 400 feriti; altre decine di residenti di Ashraf sarebbero stati arrestati e su di loro non si avrebbero notizie; fotografie e filmati, alcuni anche visibili sul sito Internet di “YouTube”, sembrano confermare tali notizie;

il Governo di Baghdad ha, invece, affermato che l’operazione ad Ashraf non ha comportato né morti né altre gravi conseguenze tra i residenti;

la competenza sul campo di Ashraf è passata, alla fine dello scorso mese di febbraio 2009, dalle Forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti d’America alle autorità irachene, con un accordo nel quale entrambe le parti si impegnano a garantire ai residenti di Ashraf un futuro sicuro e un trattamento umano;

tuttavia, i residenti hanno più volte segnalato il peggioramento delle loro condizioni dopo la partenza degli americani;

già il 24 aprile 2009 il Parlamento europeo aveva invitato il Governo di Baghdad a rispettare le convenzioni internazionali che proteggono i residenti di Ashraf, anche in quanto rifugiati; interventi in loro favore sono giunti anche dal Parlamento del Regno Unito,

 

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo risultino notizie sulla reale situazione di Ashraf;

se intenda intervenire per quanto di propria competenza presso il Governo iracheno a tutela dell’incolumità e dei diritti dei suoi residenti.

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