La commissione Affari Costituzionali del Senato ha avviato l’esame di sei nuove Intese per altrettante confessioni: ortodossi, mormoni, apostolici, buddisti, induisti e testimoni di Geova.
Le Intese sono previste dall’articolo 8 della Costituzione e attribuiscono prerogative su materie quali assistenza spirituale, educazione, matrimonio e stampa concedendo, inoltre, la possibilità di partecipare alla ripartizione dell’Otto per Mille. Dopo un anno di blocco dei lavori, la Commissione ha approvato le prime due Intese con ortodossi e apostolici.
Ascoltiamo sull’argomento il senatore Lucio Malan, relatore del testo.
Cosa cambierà con queste Intese, senatore?
“Si tratta di un adempimento importante che si rifà all’art. 8 della Costituzione, nel quale si prevede la stipula di intese con confessioni diverse da quella cattolica, tutelata invece dall’art. 7. Tali religioni hanno affrontato un iter durato circa venti anni, con esami di Commissioni ministeriali e lungaggini burocratiche varie. Poi c’è stata la sigla dell’intesa e la delibera del Consiglio dei Ministri che ha autorizzato il Presidente del Consiglio a firmarla. Infine, l’anno scorso sono stati presentati dei disegni di legge, prima da me e poi dal Governo. Questo è quanto avvenuto sia per gli ortodossi che per gli apostolici. Dobbiamo tenere presente che la Sacra Arcidiocesi Ortodossa gode di una presenza significativa in Italia sia a livello numerico che temporale. Certamente il numero di fedeli è aumentato a seguito della massiccia immigrazione dall’Est, ma specialmente al Sud la presenza ortodossa risale alle sue origini stesse. Già prima dello scisma del 1056 il culto ortodosso era caratterizzato da peculiarità uniche. Oggi quasi un milione di persone in Italia sono, almeno nominalmente, fedeli della Chiesa Ortodossa. La Chiesa apostolica, invece, ha una storia completamente diversa. Si tratta di una confessione evangelica molto più recente che ha un gruppo di aderenti assai inferiore, si parla infatti di circa 20.000 unità, tutti cittadini italiani. Grazie a queste intese entrambe le Chiese potranno avere facilitazioni dal punto di vista pratico per il riconoscimento dei ministri di culto, per l’accesso alle strutture ospedaliere e a quelle militari al fine di fare cappellania ma, ovviamente, non proselitismo. Vi saranno poi altri vantaggi di carattere pratico che serviranno come ‘accreditamento’ presso gli enti locali, ad esempio per l’apertura di pacifici locali di culto”.
In che tempi prevedete di portare a compimento le altre quattro Intese?
“Il mio parere è che si debba andare avanti speditamente anche per le altre confessioni e ritengo ci possano essere alcuni passaggi prima della pausa estiva. Sono stati richiesti degli approfondimenti su determinate realtà che saranno portati a termine. Ma credo si possa velocizzare e chiudere in tempi accettabili”.
Queste confessioni intendono partecipare alla ripartizione dell’Otto per mille?
“E’ una possibilità garantita dalla legge con cui è stato istituito l’Otto per mille a suo tempo, per cui è ovvio che sia offerta a coloro che stipulano le Intese. Nella fattispecie, gli ortodossi parteciperanno all’Otto per mille in maniera canonica. La Chiesa apostolica, invece, ha chiesto di percepire solo le quote espresse, ossia circa il 40% dell’Otto per mille. Delle sei confessioni che hanno richiesto l’Intesa, la ‘Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni’, meglio nota come Chiesa dei Mormoni, non ha voluto partecipare in nessun modo. Pertanto c’è un distinguo per ogni singola confessione”.
Per l’Italia, culla del cattolicesimo, questo passo ha una valenza decisamente simbolica. Ritiene che queste intese possano turbare i rapporti Stato-Chiesa cattolica?
“Sono convinto che la Chiesa cattolica non abbia nulla in contrario. Il principio della piena libertà religiosa non è soltanto accettato ma fortemente sostenuto dai cattolici. Basti pensare alle prese di posizione coraggiose di Benedetto XVI e al suo Angelus di maggio dedicato proprio alla libertà di culto. In secondo luogo è interesse generale, laddove ci siano i requisiti, costruire le basi di una sorta di reciproco riconoscimento. Ciò, infatti, significa maggiore possibilità di controllo laddove emergessero delle situazioni difficili. L’Italia, in particolare grazie a questo Governo, ha preso posizioni nette e coraggiose in ambito internazionale a difesa della libertà religiosa e credo sia opportuno che il nostro Paese adempia appieno alla propria Costituzione”.