Per i dipendenti del Convitto nazionale “Umberto I” di Torino, fino a 6-7 anni per ottenere una pratica ed esborsi notevoli

Nonostante le ripetute segnalazioni e le rassicurazioni da parte dei vertici, la situazione rimane immutata

Interrogazione ai Ministri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Lavoro e delle Politiche sociali
Premesso che:

da informazioni provenienti dall’Unione regionale UGL Piemonte emerge la gravissima situazione in cui versano i dipendenti del convitto nazionale “Umberto I” di Torino, a causa della perdurante inerzia dell’istituto nell’espletamento dei provvedimenti amministrativi che incidono sul loro trattamento economico;

i lavoratori sono costretti ad attendere fino a 6-7 anni per ottenere una pratica;

domande di ricostruzione di carriera, di modelli PA04, eccetera giacciono nell’ufficio personale da molto tempo, accumulandosi e rendendo la situazione ormai fuori controllo. Il numero di pratiche inevase è di circa 140. Le normative che regolano i termini dei procedimenti amministrativi (legge n. 241 del 1990 e decreto ministeriale n. 190 del 1995) sono largamente disattese;

per il dipendente è ormai diventata prassi il ricorso al legale per ottenere una pratica che spetta di diritto con esborsi notevoli. Al contrario, chi è chiamato a gestire il personale in maniera efficiente e, pertanto, percepisce stipendi di livello dirigenziale, non risponde delle sue inadempienze;

l’UGL Scuola di Torino e Piemonte, alla quale si sono rivolti diversi dipendenti del convitto, ha segnalato più volte per iscritto le anomalie:

in data 6 giugno 2013 al Rettore del convitto, professoressa Giulia Guglielmini, al dirigente dell’UST di Torino, dottoressa Paola D’Alessandro, al dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, dottoressa Giuliana Pupazzoni, e al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

di nuovo, in data 4 novembre 2013 al Rettore dell’istituto e al dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte;

ancora, in data 5 novembre, al Rettore, al dirigente per i servizi generali e amministrativi e all’Ufficio del personale;

ancora, in data 29 novembre 2013, al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte e al Ministero;

da ultimo in data 2 gennaio 2014, attraverso diffida dello studio legale dell’Unione regionale UGL Piemonte. Tale diffida è stata indirizzata agli stessi soggetti e per conoscenza sia al dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte che al Ministero;

nonostante le rassicurazioni fornite per iscritto all’UGL dallo stesso Rettore in data 15 dicembre 2012, con le quali dichiarava di essersi accorta che “Numerose pratiche di ricostruzione di carriera erano giacenti presso l’ufficio del personale” e di “Aver sollecitato un’indispensabile presa in carico della problematica”, e malgrado le garanzie fornite dall’Ufficio scolastico regionale in data 30 ottobre 2013 che “Si sta procedendo celermente agli adempimenti relativi alle pratiche del personale”, la situazione è rimasta immutata;

da tutto ciò si evince che le rassicurazioni non sono state accompagnate da doverose verifiche e dai conseguenti provvedimenti nei confronti del Rettore del convitto per responsabilità dirigenziale, ai sensi degli art. 21 e 25 del decreto legislativo n. 165 del 2001,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione del convitto nazionale di Torino;

se intendano attivare verifiche e interventi risolutivi per contrastare tali fenomeni di inefficienza delle segreterie scolastiche, e di inosservanza delle norme contrattuali da parte dei dirigenti scolastici e i dirigenti per i servizi generali;

quali provvedimenti intendano prendere nei confronti dei responsabili di tali inefficienze;

quali controlli vengano attualmente effettuati per verificare la legittimità della gestione del personale.

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