MALAN (FI-BP). Signor Presidente, è stato espresso parere contrario a questo emendamento che chiede semplicemente di applicare la legge. La legge, cioè il codice degli appalti – che non è stato cambiato – prevede i tempi nei quali bisogna dare avvio ai bandi di gara per l’affidamento delle concessioni autostradali scadute o di prossima scadenza.
Vedo che da parte di questo Governo, invece, va benissimo, dopo aver fatto proclami sulle concessioni autostradali, lasciare ai concessionari la gestione di parecchie tratte autostradali oltre la scadenza, con tariffe che non scendono, visto che è scaduta la concessione autostradale, pur essendo ormai state pagate tutte le rate, diciamo così, per chi l’ha costruita. Addirittura non si vuole applicare la legge. Addirittura c’è un parere contrario all’ordine del giorno che impegna il Governo a farlo e la legge che lo stabilisce è il codice degli appalti.
Volete cambiare il codice degli appalti? Tra l’altro è presente anche il Ministro competente, sia pure non nei banchi del Governo. Vogliamo proseguire? Si fanno i proclami contro le concessioni autostradali ma non bisogna essere né contro, né a favore, bisogna fare ciò che è giusto. Devono incassare il giusto e non troppo, e quando è scaduta la concessione – anzi, la legge dice due anni prima che scada la concessione – bisogna indire una gara, a meno che non si pensi che la competizione sia dannosa; tuttavia, da lunghi esperimenti, sembra che invece sia positiva. Si potrebbero far scendere le tariffe – lo ha detto lo stesso Ministro – ma questo accade se si fanno le gare perché se non si fanno e si mantengono le tariffe al livello cui sono oggi, il concessionario non si impegnerà – perché giustamente la concessione è scaduta – a fare dei lavori.
Tra l’altro, nell’emendamento 5.65 è anche scritto che, ove il Governo intenda scegliere vie diverse dalla gara, che sono anche previste dalla normativa, ad esempio la concessione in house alla quale pare si stia lavorando per alcune tratte, deve renderlo noto. Invece no. Il parere è contrario anche sull’ordine del giorno e nel frattempo centinaia di milioni al mese vengono incassati da privati quando le strutture sono di proprietà dello Stato. Poi si vorranno fare 20 o 30 milioni di risparmio per dare in pasto qualche presunto privilegio ai media, però centinaia di milioni si lasciano correre molto bene. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell’emendamento 5.65, presentato dal senatore Malan.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva.
MALAN (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FI-BP). Signor Presidente, da quando è stata istituita una sezione apposita – assorbita poi all’interno del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – che un tempo aveva addirittura un’amministrazione autonoma e ora non più, viene ogni anno compilata la relazione sull’andamento delle concessioni autostradali. Ricordo, infatti, che le autostrade – tutte le autostrade – del nostro Paese sono di proprietà dello Stato, sia quelle gestite dall’ANAS, per intendersi quelle senza pedaggio, sia quelle con pedaggio. Il proprietario è lo Stato per cui sono un patrimonio dello Stato.
Fino all’anno scorso, fino alla gestione precedente, era sempre stata pubblicata questa relazione, che è importantissima perché si parla di un giro di cinque o sei miliardi all’anno. Era sempre stata pubblicata al massimo a settembre dell’anno successivo a quello cui si riferiva. Poi è arrivato il Governo del cambiamento, della trasparenza e questo elementare, doveroso momento di trasparenza non c’è. Ad oggi, siamo ormai a gennaio, siamo a quattro mesi di ritardo rispetto alla peggiore data di pubblicazione precedente di questa normale relazione su come vengono spesi, come vengono impiegati, come vengono incassati questi sei miliardi all’anno che escono dalle tasche degli automobilisti italiani. Gli si chiede di pubblicarlo almeno entro febbraio, cioè con soli sette mesi di ritardo rispetto agli esecrati Governi precedenti e la proposta viene accolta come raccomandazione. Anticipo – così mi risparmio di intervenire dopo – che non accetto sia accolto come raccomandazione. È una cosa che è sempre stata fatta, si faceva per settembre, voi che siete il Governo del cambiamento, vi prendete sei mesi di più, ma si tratta semplicemente di mettere insieme dati raccolti da altri, non dovete assumere decisioni politiche, per cui non dovete fare la solita spartizione (questo tocca a noi, questo tocca a quell’altro partito). Basta pubblicare i dati: la trasparenza. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell’emendamento 5.66, presentato dal senatore Malan.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva.
Passiamo alla votazione dell’ordine del giorno G5.100 (testo corretto).
MALAN (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FI-BP). Signor Presidente, in questo caso viene ribadito il parere contrario a rispettare la legge e vengono ignorati dei dati. I dati che citerò provengono infatti dalla relazione sull’andamento delle concessioni autostradali relativa all’anno 2016, perché quella del 2017, ad oggi – nel 2019 – non è ancora stata pubblicata dal nuovo Governo, mentre prima ci si metteva cinque mesi in meno. Tuttavia, anche su quei dati, che sono sicuramente più bassi di quelli di oggi, risulta che ad oggi sono già stati incassati dai concessionari 600 milioni di euro, solo nei mesi del nuovo Governo del cambiamento – lasciamo stare quelli prima – che legittimamente sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato, visto che la concessione è arrivata alla fine. C’è però contrarietà ad indire nuove gare.
L’emendamento appena votato è stato respinto dalla Commissione bilancio, immagino nel presupposto che, dando un anno di più di tempo, per poter dirimere le problematiche relative all’Autostrada del Brennero, che la senatrice Conzatti ha illustrato, si faccia perdere tempo e dunque denaro allo Stato. Dunque viene certificato che, ritardando le gare o un affidamento di tipo diverso – in house, come è stato auspicato dalla senatrice Conzatti – si perdano soldi.
Dunque qui state votando per far perdere soldi allo Stato. Dandoli in beneficenza? No, dandoli a persone che, a quanto pare, non sono proprio tra i più bisognosi del Paese. Si tratta infatti dei detentori delle concessioni dello Stato, proprietà dei cittadini italiani, che, per fortuna e a merito loro, hanno delle aziende importantissime, che investono e hanno tanti soldi, anche all’estero. Dunque, quali soldi investono all’estero? Essi investono all’estero anche i soldi che si fa loro incassano oltre il dovuto, oltre quello che dice la legge, grazie all’inerzia del Governo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell’ordine del giorno G5.100 (testo corretto), presentato dal senatore Malan.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).