Cambiamenti climatici: quel di solito non si dice
(01/12/2015 – Intervento in Aula nella discussione sulle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici)
“Il secondo punto importante – insieme alla crisi ucraina, di cui si dibatterà domani – riguarderà il clima e l’energia. L’Unione europea ha deciso rapidamente che a noi europei non interessa lo shale oil, ossia il petrolio di scisto – che, però, permetterà tra qualche anno agli Stati Uniti di tornare a essere Paese esportatore di petrolio (lo è già invece per il gas grazie allo shale gas). Questa è la ragione per cui al di là dell’Atlantico, persino in mercati ormai globalizzati, il petrolio costa di meno che al di qua dell’Atlantico, ed è una delle ragioni per cui la nostra dipendenza energetica è addirittura aumentata.
Rispetto a questo, le belle cose della politica sul clima, questa adesione acritica alla teoria del riscaldamento globale causato dall’uomo, credo abbiano il loro peso; così come hanno avuto il loro peso certi referendum sulla politica energetica del nostro Paese, che il nostro partito sicuramente non ha voluto e non ha sostenuto mentre, invece, quello a cui lei appartiene e apparteneva, signor presidente Renzi, ha ampiamente sostenuto, privando l’Italia di un’ulteriore possibilità di essere competitiva. La Germania ha detto che poi, un giorno, tra dieci, quindici, vent’anni chiuderà delle centrali nucleari, però intanto oggi le usa e le aziende tedesche hanno questo vantaggio competitivo.
Ricordi che il Senato per due volte ha approvato mozioni che mettevano in guardia contro il pericolo dell’uso della questione del riscaldamento climatico per danneggiare la competitività del nostro Paese, del nostro Continente in generale, anche perché questo riscaldamento inarrestabile è da quindici anni che non va avanti, è da quindici anni non c’è un aumento della temperatura globale (nel Sud del pianeta non c’è mai stato), per cui spendere miliardi e miliardi del contribuente per queste questioni non è una misura così prudente”.
(19/03/2014 – Estratto dall’intervento in Aula nella discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio alla vigilia del Consiglio Europeo – Bruxelles 20-21 marzo)
“In un momento in cui l’Europa intera è in difficoltà sotto il tiro della speculazione internazionale, e la riduzione dei deficit e degli sprechi è vitale, i burocrati di Bruxelles e i bigotti del riscaldamento globale causato dall’uomo ci vogliono far spendere centinaia di miliardi in nome di una teoria pseudo-scientifica che fa acqua da tutte le parti”.
- “A Copenhagen 2009 il dogmatismo ideologico del catastrofismo climatico è fallito. Non era pensabile che un mondo in crisi economica sacrificasse miliardi sull’altare di tesi scientifiche sulle quali non c’è il consenso”. – “Occorre un approfondimento scientifico senza dogmi e attenzione ai problemi veri, come l’inquinamento da polveri sottili – che uccidono per davvero – e la difesa della natura e delle foreste”.
- “Le politiche europee su questo tema sono velleitarie e irragionevoli e, con il grimaldello dell’ambiente, entrano in decisioni di politica energetica che sono di competenza degli Stati membri. Fornendo così, peraltro, un ulteriore enorme vantaggio di competitività a temibili concorrenti economici come Cina e India”.
- “Bisogna combattere l’eccessiva burocratizzazione delle strutture comunitarie”. – “Troppe volte, in passato, un miope conformismo alle richieste di altri Paesi membri ci ha creato, in questo e in altri settori, gravi danni”.
- “Con la Risoluzione sul pacchetto energia, per la prima volta si mettono in discussione in sede ufficiale i dogmi sul cosiddetto riscaldamento globale, sottolineando peraltro l’inutilità dei costosi interventi europei a fronte di un vigoroso aumento di emissione da parte dei Paesi emergenti – a cominciare dalla Cina – e la sproporzione del peso imposto all’Italia rispetto agli altri membri dell’Unione”.
- “Il Governo Prodi, nel 2007, ha sottoscritto il pacchetto UE del 20-20-20 in modo velleitario, senza formulare un piano serio per conseguire i risultati previsti dal quale sarebbe subito emerso il costo enorme per l’Italia. Senza le modifiche che chiediamo, il piano UE sarebbe disastroso per l’Europa e per l’Italia in particolare. E senza benefici per l’ambiente, perché molte imprese si trasferirebbero in Paesi che si guardano bene dal limitare le emissioni di anidride carbonica”.
- “Che beneficio c’è per l’ambiente se molte imprese, schiacciate dagli obblighi del pacchetto energia della UE, lasceranno l’Europa per andare in Cina o in India, a emettere tanta anidride carbonica e gas tossici quanto vogliono? A cosa serve che l’Italia spenda 181,5 miliardi per ridurre le sue emissioni in 12 anni del 20% quando la Cina, nel solo 2007, le ha aumentate di una quantità superiore alle intere emissioni del nostro Paese?”
- “Gli italiani dovrebbero pagare 181,5 miliardi di euro in dieci anni (cioè 9mila euro per ogni famiglia di tre persone) e, contemporaneamente, l’Italia dovrebbe perdere pesantemente competitività – sia nei confronti di Cina e India che se ne infischiano delle emissioni di CO2, sia nei confronti di altri Paesi europei meno penalizzati dal piano UE”.
- “Il presidente Berlusconi sta mostrando ancora una volta saggezza da statista, appoggiando un approccio più flessibile alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in ambito UE. Questo eviterà che i Paesi emergenti traggano troppo vantaggio dal fatto di essere esentati dalla riduzione”.
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Mozione PDL 2010 contro le tesi catastrofistiche del riscaldamento globale
Risoluzione 2008 sugli atti comunitari 11-16 “Pacchetto clima-energia”
Nella Risoluzione vengono sottolineati tre obiettivi principali: la necessità di tener conto dei costi che ogni Paese dovrà sopportare e dei risultati raggiunti a livello di efficienza energetica; la riduzione delle micro polveri e degli inquinanti chimici emessi in atmosfera dai processi di combustioni delle fonti energetiche fossili; l’assunzione, nel pacchetto clima-energia, di impegni da calibrare con gli altri grandi Paesi “inquinatori”.
REPORT 2008 AL SENATO DEGLI STATI UNITI: “More Than 700 International Scientists Dissent Over Man-Made Global Warming Claims” / “Più di 700 scienziati di tutto il mondo dissentono dalla tesi del riscaldamento globale come effetto antropico”
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CARBON MONITORING FOR ACTION (CARMA)
Gli impianti energetici con maggiori emissioni di CO2 nel mondo: dati per Paesi in aggiornamento continuo