Vaccini e reazioni avverse: quale bilanciamento di rischi benefici nei giovani e giovanissimi?

Al Ministro della salute. –

Premesso che:

il Ministero della salute di Israele ha segnalato nei giorni scorsi 275 casi di miocardite a seguito della somministrazione del vaccino Pfizer contro il COVID-19, la cui grande maggioranza riguarda maschi tra i 16 e 29, soprattutto fra i 16 e i 19 anni;

il CDC degli USA (Centers for disease control and prevention), agenzia del Dipartimento della salute, il 28 maggio ha segnalato che fin dal mese precedente vi era stato un aumento dei casi di miocardite e pericardite dopo le vaccinazioni a mRNA, Pfizer e Moderna, particolarmente in adolescenti e giovani adulti, con prevalenza dei casi tra giovani maschi dai 16 anni in su, mentre non si è riscontrato alcun fenomeno analogo con il vaccino Johnson & Johnson;

l’Istituto superiore di sanità segnala che nei primi 15 mesi di pandemia in Italia i “deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2” in Italia, sono stati 14, di cui 8 maschi, nella fascia d’età tra i 10 e i 19 anni, e 59, di cui 37 maschi, tra i 20 e i 29; come è stato più volte specificato anche dalle autorità competenti, si tratta di morti “con COVID”, non necessariamente “di COVID”;

miocarditi e pericarditi hanno un’ampia tendenza a cronicizzarsi;

le reazioni avverse al vaccino non si limitano a miocarditi o endocarditi e quelle a medio e lungo termine o le conseguenze sulla procreazione sono inevitabilmente sconosciute, dati i tempi brevissimi trascorsi dalla fase sperimentale, per quanto i produttori e gli enti appositi non le ritengano probabili,

si chiede di sapere quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo sul bilanciamento dei rischi e dei benefici nella vaccinazione dei giovani e dei giovanissimi.

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