Le religioni buddista e induista saranno presto riconosciute dallo Stato. L’approvazione in sede deliberante e all’unanimità dei due ddl sulle Intese con le Unioni induista e buddista da parte della Commissione Affari Costituzionali rappresenta un altro passo avanti verso una maggiore integrazione religiosa. “E’ la prima volta – dichiara il senatore Lucio Malan, relatore dei ddl – che in Parlamento vengono riconosciute pienamente le due confessioni non giudaico-cristiane”.
Senatore, cosa cambia con questo provvedimento per i circa 200mila fedeli buddisti e induisti presenti in Italia?
“Premetto che ogni confessione religiosa in Italia ha piena libertà. Con i ddl sulle Intese, che dovranno essere approvati anche alla Camera, ci saranno però delle prerogative particolari. Innanzitutto il riconoscimento dei ministri di culto. Per queste confessioni sarà sufficiente che la comunita’ nomini il ministro di culto senza l’autorizzazione del ministero dell’Interno, come accade invece per le religioni non riconosciute. Esse infatti devono avanzare una domanda al ministero che non rilascia autorizzazioni alle comunità con meno di cinquecento persone. E questo fa chiaramente la differenza. Un ministro di culto è importantissimo, perché ha la possibilità di visitare le carceri e gli ospedali per potersi prendere cura dei fedeli e può anche celebrare matrimoni con validità civile”.
E dal punto di vista economico?
“Con i ddl anche per gli induisti e i buddisti ci sarà la possibilità di partecipare alla ripartizione dell’8 per mille. La legge prevede però che le religioni diverse da quella cattolica potranno ricevere dopo tre anni le quote proporzionali previste. Ciò vuol dire che se i ddl dovessero diventare legge entro i primi mesi del 2013, questi culti religiosi inizierebbero a ricevere i fondi a partire dal 2016”.
Anche se c’è qualche confessione che ha annunciato che rinuncerà all’8 per mille…
“Infatti. I mormoni fin dall’inizio non hanno voluto partecipare a questa ripartizione. La Chiesa valdese, con cui è stata firmata l’intesa nel 1984, a suo tempo domando’ di partecipare esclusivamente alla quota espressa. Solo dal prossimo anno prenderà parte alla spartizione proporzionale relativa alle quote non espresse”.
Come mai, senatore, l’islam è ancora escluso dalle Intese?
“Il discorso sull’islam è molto delicato. Innanzitutto è difficile capire quali siano le associazioni, gli enti e i raggruppamenti più rappresentativi in Italia. Per esempio l’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), che qualche tempo fa si era distinto per posizioni estremiste poi attenuate nel corso degli anni, ha dichiarato di aver associato l’80 per cento dei movimenti islamici in Italia. Lo stesso affermano altre associazioni fornendo dei dati incompatibili con quelli dell’Ucoii. Questo è dovuto al fatto che ancora oggi il mondo islamico tende ad essere molto frammentato. Quindi esiste un concreto problema di rappresentatività. In secondo luogo, ci sono seri timori sul fatto che la religione possa essere usata dai fondamentalisti islamici o da altri estremisti”.
In che senso?
“Ritengo personalmente che il contrasto alla costruzione dei luoghi di culto, definiti a volte impropriamente moschee, di per sé sia anticostituzionale. Inoltre può fornire un terreno favorevole proprio agli estremisti e a tutti quelli che vogliono incitare al terrorismo, clandestinamente”.
Un discorso a parte viene fatto per i Testimoni di Geova…
“Per loro è stata avanzata una richiesta di audizione davanti alla Commissione. I Testimoni di Geova tendono rifiutare le trasfusioni di sangue anche per i loro figli. Questo può provocare dei profondi conflitti tra il dovere del medico di praticare una terapia e la volontà dei genitori di rifiutarla. Inoltre essi rispettano il precetto di non votare. Questo suscita non poche preoccupazioni sul fatto che con il loro atteggiamento si rifiutino di legittimare la Repubblica italiana. Ma, come mi ha confessato il loro rappresentante in Italia, il fatto che abbiano chiesto l’intesa vent’anni fa sta a dimostrare che riconoscono pienamente la Repubblica. Senza dubbio la questione dei Testimoni di Geova è molto particolare, visto anche che la loro comunità è formata da circa 244 mila attivisti”.
Ci sarà l’approvazione definitiva dei ddl sulle Intese entro la fine della legislatura?
“E’ molto probabile perché sono stati gia’ risolti i problemi tecnici iniziali, quelli piu’ complessi. Per le Intese precedenti, quelle con i mormoni, gli ortodossi e la Chiesa apostolica sono state necessarie tre letture perché il passare del tempo aveva reso obsoleta la copertura. Per i buddisti, per i quali sono previsti 130mila euro, e gli induisti, 40mila euro, non sono necessari aggiornamenti. Se la Camera li approva, i provvedimenti diventeranno legge sicuramente entro la fine della legislatura”.