“E’ sempre più inquietante la vicenda di Mario Scaramella, che da 55 giorni si trova in carcere per la sola grottesca accusa di calunnia consistente nell’aver riferito ad un Commissariato di Polizia notizie che hanno portato all’arresto di 6 ucraini in possesso di granate esplosive.
La Procura, che per dodici mesi non ha provveduto a sentire Aleksander Litvinenko – fonte dichiarata di Scaramella – una volta morto il colonnello ha deciso l’arresto dell’ex consulente della commissione Mitrokhin quasi in contemporanea con l’interrogazione alla Camera dell’On. Diliberto su di lui.
L’ultimo capitolo viene scritto oggi da La Repubblica che, ancora una volta, mostra di avere facile accesso a interrogatori coperti dal segreto istruttorio. Senza che questo preoccupi qualcuno, tanto meno il Ministro Mastella: il Guardasigilli, infatti, tarda a rispondere alla mia interpellanza nella quale gli chiedo, tra l’altro, se esistano altri casi di 55 giorni di carcerazione preventiva per un accusato di calunnia, per di più a oltre un anno dalla presunta commissione del fatto. Leggendo l’informatissimo articolo di La Repubblica, sembra però di capire che la vera colpa di Scaramella sarebbe quella di aver raccolto informazioni su Romano Prodi – reato assai grave ma, purtroppo, non ancora previsto come tale dal Codice Penale”.