“I Ministri del secondo Governo Prodi vantano un passato di ben 226 anni di appartenenza a Partiti comunisti o organizzazioni collaterali, così suddivisi: 160 anni nel PCI e 1 nello PSIUP – entrambi finanziati dall’Unione Sovietica, 36 anni nella CGIL – a suo tempo anch’essa finanziata da Mosca, 14 anni in Democrazia Proletaria, 15 anni in Rifondazione Comunista, 15 di comunismo “indipendente” (Bianchi).
Due Ministri erano iscritti al PCI, lautamente finanziato dall’Unione Sovietica quando questa stroncò nel sangue e nelle deportazioni la “primavera di Praga”. Tre Ministri sono stati eletti al Parlamento (D’Alema, Mussi e Turco), due ai consigli regionali (Bersani e Chiti) e una in Consiglio Comunale (Pollastrini) col PCI, in anni in cui sono provati i finanziamenti sovietici a quel Partito.
Ben sette Ministri (Bianchi, Chiti, D’Alema, Mussi, Pollastrini e Turco) erano presenti al congresso del PCI del 1975, quando Enrico Berlinguer inviava il “il saluto più fraterno e di operante solidarietà dei comunisti italiani agli eroici combattenti della Cambogia” che, nei tre anni seguenti, agli ordini di Pol Pot, sterminarono almeno 2 milioni di persone – un terzo della popolazione. Otto Ministri erano nel PCI/PDS e uno in Rifondazione Comunista quando questi Partiti votarono contro il Trattato di Maastricht che istituiva l’Unione Europea.
Complimenti a loro e soprattutto ai loro alleati”.