Non si può approvare, in tutta fretta, una legge che privi i Cittadini del diritto di esprimere la propria opinione

Intervento in Aula a favore della questione pregiudiziale sul provvedimento riguardante la disciplina del commercio

Signor Presidente,

se vi è una ragione per cui la Costituzione prevede l’istituto del referendum, essa trae origine dall’esigenza di dar modo ai cittadini di esprimere il loro parere anche quando i rappresentanti eletti, secondo i meccanismi previsti dalla legge, non si muovono in una certa direzione. Del resto l’indizione di un referendum non è facile da raggiungere: sappiamo bene quanto sia complesso, lungo e costoso il procedimento relativo. Sappiamo, altresì, quanto spesso le richieste di referendum vengano respinte dalla Corte Costituzionale per motivi non sempre previsti dalla Costituzione. Vi è, dunque, una serie di limitazioni all’esercizio di tale diritto, superate le quali il Presidente della Repubblica indice il referendum.

A questo punto, sentiamo Colleghi che vengono a dirci che “il Parlamento è turbato da questioni referendarie”: è il referendum a essere turbato dall’azione del Parlamento. Non è un caso se nella campagna referendaria, che ormai è a uno stadio avanzato, non si è parlato della maggior parte dei quesiti referendari: si è parlato quasi esclusivamente di quelli riguardanti il settore televisivo, spesso solo perché si tentava di trovare una strada per evitare anche questi ultimi. Il problema, dunque, non è quello di turbare l’attività del Parlamento con iniziative di tipo referendario, bensì quello di andare a turbare il corpo elettorale nel momento in cui è in corso una campagna referendaria, che dovrebbe consentire ai cittadini di formarsi un’opinione e di essere informati su tutti i quesiti – non solo su quelli che vengono privilegiati dai mezzi di informazione o da certe forze politiche.

Il corpo elettorale, dunque, è chiamato a breve a esprimersi: in tale situazione, non si può cercare di approvare in tutta fretta una legge che privi i cittadini, soprattutto i 600 mila che hanno firmato le richieste referendarie, del diritto di esprimere la propria opinione; una legge che, tra l’altro, solo parzialmente andrebbe nella direzione richiesta, secondo quanto sancito anche dalla Corte Costituzionale. Ebbene, tutto ciò, a mio parere, non dovrebbe far perdere così tanto tempo al Parlamento quando ben altre leggi sarebbero da approvare con urgenza.

Per tali motivi, mi pronuncio a favore della pregiudiziale che ci accingiamo a votare, ribadendo la necessità di escludere – per le ragioni già esposte – ogni ulteriore intervento in questa fase. Non è chiaro, infatti, se l’approvazione di tale proposta di legge renderebbe inutile il ricorso al referendum; molto probabilmente, si tratterebbe di riformulare il quesito referendario sul quale la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi nuovamente; dopo di che, occorrerebbe ristampare le schede: è evidente che non ci sono i tempi tecnici. E questa, sì, sarebbe una turbativa, anche rispetto a quanto è stabilito dalla stessa Costituzione.

Il referendum non è un incidente, non è una dolorosa circostanza; purtroppo, però, sempre più spesso si sente esprimere dispregio verso la volontà popolare. Abbiamo addirittura sentito parlare di “roulette referendaria”, con ciò ritenendo che il corpo elettorale «funzioni» in base al caso, al puro azzardo. Ebbene, la democrazia non è gioco d’azzardo, e non dobbiamo trattarla come tale ma tutelarla – così come deve essere tutelata la possibilità dei cittadini di esprimere le proprie opinioni, soprattutto dopo che, per arrivare a questo punto, è stato completato un lungo processo.

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