Serve l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio europeo e del Presidente della Commissione europea. Altrimenti, insieme alla sovranità, rischiamo di cedere anche la democrazia
Intervento in Aula nella discussione del Trattato europeo sulla Stabilità
Signora Presidente,
il dibattito di questa sera – è stato già detto più volte, ma credo che valga la pena ribadirlo – riguarda probabilmente il provvedimento più importante di tutta la legislatura: ci si è confrontati, accapigliati e, soprattutto, i mezzi di informazione hanno dato grande spazio a mille altri provvedimenti i quali, tutti insieme, non valgono come importanza il complesso di quelli di cui stiamo discutendo questa sera e che domani approveremo. Dal punto di vista finanziario, abbiamo una mobilitazione di capitali enorme e, soprattutto, con prospettive strutturali di lunghissimo periodo. Dal punto di vista politico, abbiamo invece un ulteriore ma fortissimo passo di cessione di sovranità da parte degli Stati nazionali (il nostro incluso ovviamente), che ridurrà fortemente il potere e l’autonomia che hanno le istituzioni degli Stati nazionali (siano esse il Parlamento, il Governo o le altre istituzioni). Per cui, questo è tutt’altro che un fatto secondario.
Diversi Colleghi hanno sottolineato il fatto che ci sono molti posti disponibili in Aula, per i senatori che sono fuori e che volessero entrare. Ma ci sarebbe anche parecchio spazio disponibile sui mezzi di informazione: invece, l’informazione è mobilitata sulla pur importante legge elettorale. Io, che ne sono uno dei relatori, non posso certamente negarne l’importanza; tuttavia essa è pochissima cosa rispetto a ciò di cui stiamo discutendo qui. Rispetto a questo passaggio e a ciò che sta per accadere nel dibattito politico, ci possono essere – e ci sono, molto più di quanto appaia- delle forti divergenze di opinione. Ci sono, ad esempio, molti pensatori, molti politologi, economisti che ritengono che il passo che stiamo per compiere sia sbagliato. Il superamento degli Stati nazionali, dotati di un’autonomia e di una sovranità totale, è da molti ritenuto sbagliato e, comunque, di certo estremamente importante.
Non dimentichiamo che gli Stati nazionali sono stati, con successo o insuccesso, i garanti delle libertà e dei diritti dei cittadini. Quello statuale è stato l’organismo che ha garantito quei diritti (quando li ha garantiti). Superare questo aspetto, superare gli Stati nazionali riducendo fortissimamente la loro sovranità non è un passo da compiere in modo inconsapevole.
Per questo motivo, abbiamo presentato l’ordine del giorno G2, riferito all’Atto Senato n. 3239, di cui è primo firmatario il senatore Ceccanti – strumento generalmente non riservato alle questioni di particolare importanza che, però, riteniamo molto importante. Ciò, a fronte del fatto che, indipendentemente dal voto di singoli parlamentari, è chiaro che ci sarà una vastissima maggioranza che approverà questi provvedimenti che comporteranno una forte riduzione della sovranità degli Stati nazionali a vantaggio di organismi europei – dove l’aspetto democratico è certamente presente, è certamente alla base, ma è talmente mediato e di secondo, terzo e a volte di maggior grado che rischia di essere molto sacrificato e di essere, soprattutto, non percepito dai Cittadini.
Il governatorato, o, come possiamo dire, la governanza (uso il termine italiano perché la nostra lingua è senz’altro in grado di soddisfare questa ed altre espressioni; peraltro, il termine governanza, se non sbaglio, è stato utilizzato da Machiavelli, un pensatore politico non proprio di secondo piano) del meccanismo europeo di stabilità è affidata a persone nominate dai Governi di tutti gli Stati europei non eletti direttamente, quindi un ruolo estremamente importante all’interno dell’economia e della finanza europea è rivestito dalla Banca Centrale Europea – istituzione che ignora totalmente i meccanismi democratici.
Ebbene, con il nostro ordine del giorno impegniamo il Governo a lavorare per favorire un’integrazione politica nell’ambito dell’Unione europea e per giungere all’elezione diretta o, almeno, all’indicazione diretta della figura di vertice dell’Unione europea che, a nostro parere, è quella del Presidente del Consiglio europeo, insieme a quella del Presidente della Commissione. Credo che questa costituisca una vera risposta al passo che stiamo per compiere.
Dobbiamo prestare particolare attenzione, perché questo passo deve essere necessariamente bilanciato da una forte partecipazione popolare e democratica.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea menziona la democrazia e lo Stato di diritto come i principi fondamentali dell’Unione europea. È necessario che questa democrazia sia sentita, sia reale, sia partecipata dai Cittadini, altrimenti rischiamo di cedere anche la democrazia insieme alla sovranità, e questo sarebbe certamente un passo estremamente pericoloso.